Telefono rubato: come funzionano le nuove difese su Android

Presentiamo in anteprima le nuove misure utilizzate da Android per prevenire i furti e aiutare gli utenti a gestire queste spiacevoli situazioni, nel caso in cui dovessero verificarsi.
Telefono rubato: come funzionano le nuove difese su Android

Gli smartphone sono ormai da tempo veri e propri custodi delle nostre vite digitali (e non solo). Per questo è fondamentale proteggerli, evitando l’accesso al loro contenuto da parte di soggetti non autorizzati, e configurare backup periodici dei dati. Sono misure che aiutano tantissimo in caso di smarrimento o furto dello smartphone. Un telefono rubato non rappresenta di per sé solo un evento traumatico ma può avere gravi conseguenze.

Con Android, è importante assicurarsi di poter accedere alla funzione Trova il tuo telefono – recentemente rinominata in Trova il mio dispositivo – usando un altro device (ad esempio un PC desktop, un notebook o un altro smartphone). Google, tuttavia, sta migliorando significativamente le funzionalità di difesa integrate a livello del sistema operativo, per aiutare gli utenti prima, durante e dopo un eventuale furto del loro dispositivo mobile.

Come cambia Trova il mio dispositivo, per reagire rapidamente dopo il furto

Partiamo da un caso concreto: il telefono rubato si trova già nelle mani dei criminali. In questi frangenti, la prima cosa da fare – come abbiamo osservato in apertura – è collegarsi con lo strumento Trova il mio dispositivo di Google. L’importante è agire subito perché esso fornisce la posizione fisica, in tempo reale, del dispositivo Android o comunque indica l’ultimo luogo in cui si trovava prima di essere posto offline.

Nella concitazione del momento, tuttavia, può capitare di non ricordarsi la password per accedere al proprio account Google e, quindi, non risulta possibile avvalersi subito di uno strumento come Trova il mio dispositivo.

Di norma, infatti, per stabilire la posizione del dispositivo Android, riprodurre un suono (anche se il device si trovasse in modalità silenziosa), bloccare il dispositivo a distanza o cancellarne da remoto tutto il contenuto, è indispensabile accedere con le proprie credenziali Google e superare la verifica in due passaggi, se attiva.

D’ora in poi la nuova funzione Blocco remoto consente di richiedere il blocco a distanza dello smartphone semplicemente specificando il numero di telefono e una verifica rapida. Non è più necessario effettuare il login con l’account Google. Così, si può guadagnare tempo prezioso e reagire prontamente al furto.

Blocco remoto Android

Il nuovo strumento di Blocco remoto sarà reso disponibile per i dispositivi Android 10 e successivi attraverso un aggiornamento dei servizi Google Play distribuito entro fine 2024.

La disattivazione di Trova il mio dispositivo o l’estensione del tempo di spegnimento dello schermo, adesso richiede la conferma del PIN, della password o dell’autenticazione biometrica, aggiungendo un ulteriore livello di sicurezza.

Protezione automatica quando lo smartphone è strappato via dalle mani del legittimo proprietario

Google sta aggiungendo anche una funzionalità di riconoscimento automatico dei furti che sarà anch’essa portata, nei prossimi mesi, sui dispositivi a cuore Android 10 e seguenti.

Il nuovo meccanismo di rilevamento fa leva sull’intelligenza artificiale per stabilire quando un malintenzionato avesse strappato lo smartphone Android dalle mani del legittimo proprietario. Il sistema approntato dall’azienda di Mountain View riesce a discernere proprio questi scenari. Il ladro, infatti, tipicamente inizia a correre, usa una bicicletta o un altro mezzo per allontanarsi in fretta e furia. La combinazione di questi gesti, rilevati in un breve lasso di tempo, consente agli smartphone Android di rilevare automaticamente il misfatto e porre in essere una serie di contromisure.

Innanzi tutto, Android provvede a bloccare lo smartphone spegnendo lo schermo e impedendo qualsiasi tentativo di sblocco del dispositivo. In questo modo, i ladri non possono accedere ai dati dell’utente, memorizzati nello smartphone sradicato dalle mani altrui.

Protezione antifurto Android

Ma qual è la prima cosa che fa un ladro quando si impossessa di uno smartphone? Disconnetterlo dalla rete Internet. Le nuove misure di autodifesa implementate in Android fanno sì che lo smartphone si blocchi automaticamente anche quando posto in modalità offline/aereo ovvero quando non risultasse connesso in rete.

Android, inoltre, diventa in grado di riconoscere segnali che indicano l’utilizzo da parte di soggetti malintenzionati. Lo schermo del dispositivo si blocca automaticamente nel momento in cui fossero rilevati troppi tentativi di sblocco falliti.

Android migliora la protezione dei dispositivi anche prima di eventuali furti

La chiave di volta per non correre rischi consiste nell’agire in modo proattivo. Abbiamo detto che l’impostazione di un PIN “forte”, non un PIN a quattro cifre semplice e facilmente “indovinabile”, e soprattutto dell’accesso biometrico (ad esempio con il riconoscimento dell’impronta digitale) aiuta a proteggere efficacemente i preziosi dati conservati nel telefono. Anche in caso di furto.

Per alcuni criminali, l’obiettivo è riportare lo smartphone Android rubato allo stato di fabbrica per rivenderlo rapidamente. Con l’avvento di Android 15, non sarà possibile richiedere il ripristino del dispositivo senza conoscere le credenziali impostate sul device o quelle dell’account Google collegato.

E se alcuni impostori mirano solamente a impossessarsi del dispositivo altrui, molti desiderano invece estrarre dati preziosi e trasferire fondi. Sono attività redditizie che, nella stragrande maggioranza dei casi, possono valere molto di più del semplice hardware.

Con Android 15 debutterà Spazio privato, un’area separata e sicura all’interno dello smartphone che può essere utilizzata per salvare informazioni riservate e dati personali. L’accesso al contenuto dello Spazio privato può essere protetto con un PIN separato e la stessa esistenza di quest’area nascosta.

Protezione contro i malware e le applicazioni potenzialmente dannose

Vale tuttavia la pena ricordare che un furto può avvenire non soltanto sottraendo fisicamente lo smartphone di altri soggetti. La sottrazione di dati personali come password e codici di autenticazione può avvenire anche direttamente sui dispositivi delle vittime.

Vi ricordate del malware Xenomorph, in grado di attaccare le app delle banche italiane? Ebbene, Google ha annunciato l’introduzione di una serie di accorgimenti utili a mettere al tappeto tutti i tentativi di aggressione dei cybercriminali.

Android, ad esempio, non mostrerà più i codici usati per l’autenticazione a due fattori sotto forma di messaggi e notifiche: in questo modo non potranno più essere intercettati da eventuali app malevole in esecuzione sul dispositivo mobile. Inoltre, è dietro l’angolo un aggiornamento “pesante” di Play Protect che si avvale dell’intelligenza artificiale per smascherare e neutralizzare comportamenti sospetti di qualsiasi applicazione.

Non solo. Quando Android è in modalità di condivisione dello schermo, il sistema operativo bloccherà automaticamente la visualizzazione delle informazioni riservate sotto forma di notifica in modo che non possano essere rubate dai soggetti collegati a distanza.

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