Telefonate spam, AGCOM vuole arginare il fenomeno del CID spoofing

In Italia, il fenomeno delle chiamate indesiderate è in crescita, con numerosi call center che sfruttano il CID spoofing per falsificare l'ID del chiamante. AGCOM ha aperto una nuova consultazione pubblica per introdurre regole più rigide contro le frodi telefoniche.

Se ne parla da anni ma ancora nulla di concreto è ancora stato fatto. Così, gli italiani – non importa se titolari di un’utenza privata o business, di un numero di telefono mobile o fisso – devono sorbirsi chiamate indesiderate provenienti da call center che non solo non hanno alcun titolo per telefonare ma che utilizzano messaggi preregistrati. Le telefonate spam spesso sono addirittura vere e proprie truffe. In un altro articolo abbiamo parlato di un raggiro, molto comune, che invita a passare la linea telefonica a tecnologia digitale.

A complicare la situazione, il fatto che le chiamate indesiderate risultano difficili da bloccare perché il numero di telefono non è quello reale. Il fenomeno del CID spoofing (Caller ID spoofing) o CLI spoofing è sempre più diffuso in Italia, soprattutto per via della facilità di accesso a strumenti per falsificare l’ID del chiamante e in seconda battuta per il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi i call center malandrini la passano liscia.

AGCOM: gli operatori nazionali blocchino le chiamate internazionali con numero falsificato

Nella seduta del 13 novembre 2024, AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha avviato una nuova consultazione pubblica (Delibera n. 457/24/CONS) per introdurre nuove regole volte a contrastare frodi e telemarketing selvaggio tramite misure che impediscano il CID spoofing.

Già nel 2019, AGCOM chiedeva agli operatori di telecomunicazioni di vigilare sul CID spoofing. Quell’esortazione, tuttavia, non ha sortito effetti. Anzi, il fenomeno delle telefonate spam è andato esacerbandosi negli anni successivi. Tanto che abbiamo pubblicato un approfondimento per spiegare perché continuare a ricevere chiamate spam e quali misure si possono mettere in campo per arginarle.

AGCOM si orienta adesso su un’ulteriore consultazione pubblica. Questo significa che i possibili approcci riportati nella Delibera n. 457/24/CONS non sono ancora vere e proprie prescrizioni ma mere proposte da discutere con le parti interessate, in primis gli operatori nazionali.

Secondo l’Autorità questi ultimi sono tenuti a bloccare le chiamate internazionali in entrata che falsificano il numero del chiamante, utilizzando un numero telefonico nazionale italiano, fisso o mobile.

Come funzionerà il blocco delle chiamate internazionali che usano la tecnica del CID spoofing

Ad oggi non è dato sapere quale soluzione tecnica utilizzeranno gli operatori nazionali per riconoscere e bloccare le telefonate spam provenienti da Paesi esteri che sui display dei destinatari si presentano con prefisso italiano.

Dal punto di vista tecnico, gli operatori di telecomunicazioni hanno diversi strumenti a disposizione per rilevare e bloccare le chiamate che utilizzano la tecnica del CID spoofing. Lo standard STIR/SHAKEN (Secure Telephony Identity Revisited / Signature-based Handling of Asserted information using toKENs) è un protocollo sviluppato per verificare l’identità dei chiamanti nelle reti VoIP. Utilizza firme digitali per certificare l’autenticità del numero chiamante, garantendo che le informazioni non siano alterate.

Gli operatori possono poi monitorare i modelli di traffico telefonico per rilevare comportamenti anomali, come un alto volume di chiamate provenienti da numeri insoliti o località sospette.

Alcuni operatori stanno sperimentando soluzioni di Caller ID trasparente, che permettono all’utente di vedere maggiori informazioni sulla chiamata in entrata, come il Paese d’origine o eventuali avvisi di sicurezza.

AGCOM ha chiamato TIM ad attuare verifiche in materia di CID spoofing

Sempre in materia di CID spoofing, AGCOM ha inoltre esortato TIM (Delibera n. 462/24/CONS) al rispetto degli obblighi previsti dal Codice di condotta sulle attività di teleselling e telemarketing.

L’Autorità spiega di aver assunto il provvedimento dopo le segnalazioni di alcuni cittadini che avevano ricevuto proposte di contratto in violazione dei requisiti di trasparenza previsti dal Codice.  TIM avrà adesso a disposizione 120 giorni per assumere e comunicare nuove e più efficaci azioni di monitoraggio sulle attività svolte dai call center partner.

Credit immagine in apertura: iStock.com – fizkes

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