Investiremo 8,7 miliardi di euro sulla rete. Lo ha affermato oggi l’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabé, nel corso di un intervento dinanzi alla Commissione lavori pubblici e comunicazioni del Senato. Gli interventi, secondo quanto dichiarato, saranno tutti tesi ad ampliare la copertura in banda larga della rete in rame, per lo sviluppo della rete in fibra e per il miglioramento della qualità dei servizi. “La rete di accesso è un asset strategico che il gruppo deve mantenere e valorizzare“, ha dichiarato Bernabé sgombrando il campo da ipotesi di vendita della stessa. I quasi 9 miliardi di investimenti dovrebbero essere suddivisi nel triennio 2011-2013 e, secondo quanto sottolineato, andranno ad aggiungersi ai 3,1 miliardi spesi nel 2010.
Ribadendo l’impegno di Telecom Italia nell’ampliare e nell’ottimizzare la rete in banda larga sul territorio nazionale, Bernabé è tornato a spingere un tasto che sinora non ha destato l’entusiasmo delle parti chiamate in causa. Per l’AD di Telecom, infatti, investimenti come quelli presentati non dovrebbero prescindere da una partecipazione di coloro che fondano il loro business proprio sulla Rete. Senza citarle esplicitamente, il riferimento è a realtà mastodontiche come Google e Facebook che, secondo Bernabé, “caricherebbero” la Rete veicolando traffico estremamente pesante. “La crescita esponenziale del traffico originato dai fornitori di applicazioni e servizi over the top sta mettendo a rischio la sostenibilità economica di Internet per gli operatori di rete“, ha ribadito. Bernabé parla di “monopoli” che, nel 2010, avrebbero raggiunto un livello di ricavi “circa 130 miliardi di euro nel 2010, pur non essendo gravati dagli elevati investimenti infrastrutturali che pesano sui conti della compagnie telefoniche“.
Per Telecom, allo stato attuale, gli operatori telefonici non potrebbero contare su buoni rendimenti del capitale investito (ROCE). Alcuni dati distribuiti ai presenti evidenziano come negli Stati Uniti gli operatori abbiano ottenuto un ROCE del 10% mentre le cosiddette società “over the top” avrebbero conseguito un ottimo 58%.
Bernabé si è poi espresso sulla necessità di razionalizzare rapidamente lo spettro di frequenze disponibili che potranno essere concesse agli operatori di telefonia mobile. “In mancanza di queste certezze potrebbe risultare difficilmente conseguibile l’obiettivo posto dalla Legge di Stabilità circa le entrate conseguenti alla gara (2,4 miliardi di euro entro settembre 2011)“, ha aggiunto. L’amministratore delegato di Telecom si riferisce, in particolare, alla banda degli 800 MHz, precedentemente utilizzata dalle TV locali e liberata in seguito alla migrazione al digitale terrestre (ved., a tal proposito, questo articolo).