Facebook non è solo Mark Zuckerberg. Il social network più famoso al mondo è stato fondato, infatti, nella sua versione iniziale, da altri tre studenti universitari: Eduardo Saverin (nella foto a lato), Dustin Moskovitz e Chris Hughes sono i loro nomi. Saverin è stato il “finanziatore” del progetto mettendo a disposizione di Zuckerberg, a fine 2003, il denaro necessario per l’acquisto di server e banda di rete. Il sito sociale che consentiva di mettere in contatto gli studenti accademici fu inizialmente battezzato “The Facebook” e Saverin ricoprì il ruolo di direttore finanziario ottenendo una quota di proprietà pari al 34,4%.
I rapporti con Zuckerberg si ruppero in forza delle insanabili divergenze sul futuro che avrebbe atteso Facebook. A contribuire all’inasprimento dei rapporti tra Saverin e Zuckerberg vi fu la decisione di quest’ultimo di spostare la sede a Palo Alto (in precedenza era a Boston) e di chiamare a sé Sean Parker, cofondatore di Napster, primo software peer-to-peer utilizzato in massa dagli utenti. Con un accordo stragiudiziale, Zuckerberg concesse a Saverin il 4% della nuova società Facebook Inc. e “l’onore” di rientrare nell’elenco dei cofondatori del progetto.
Dopo la collocazione in borsa di Facebook, Saverin potrebbe trovare nelle sue mani, adesso, un patrimonio enorme. A seconda del valore che verrà attribuito alla società di Zuckerberg, che in questi giorni ha stretto una serie di contatti con gli investitori (roadshow), Saverin potrebbe disporre di azioni che potrebbero valere fino a 4 miliardi di dollari.
Per questo motivo, il cofondatore di Facebook potrebbe aver deciso di lasciare gli Stati Uniti, rinunciando alla sua cittadinanza a stelle e strisce e tornare a Singapore. Il 30enne Saverin, infatti, potrebbe voler evitare di versare le tasse negli USA scansando così gli adempimenti più onerosi che sono riservati ai cittadini americani dal reddito più elevato. Il suo portavoce, Tom Goodman, non ha fatto menzione della parola “tasse” e si è limitato a dichiarare che Saverin aveva ormai in programma di trasferirsi a Singapore dove prevede di vivere per un periodo di tempo indeterminato. Goodman ricorda poi che l’annuncio era già stato fatto da Saverin lo scorso settembre.
Alcuni analisti fanno comunque presente come Saverin non riuscirà ad eludere il pagamento dell’intero ammontare delle tasse. Secondo le leggi statunitensi, infatti, chi rinuncia alla cittadinanza è comunque tenuto a versare una tassa sui guadagni provenienti dal portafoglio azionario anche nel caso in cui i titoli non vengano venduti.