Nei giorni scorsi aveva letteralmente fatto “il giro della Rete” un articolo a firma di Craig Barth, presentatosi come CTO della società Devil Mountain Software. Barth aveva presentato Windows 7 come un sistema operativo “mangiarisorse”: la maggior parte dei sistemi sui quali è installato Windows 7 tendono ad avere problemi di saturazione della memoria, aveva sentenziato il ricercatore portando a supporto della sua analisi le statistiche raccolte in seno al progetto XPnet. “L’86% della macchine basate su Windows 7 consuma regolarmente il 90-95% della RAM disponibile forzando all’utilizzo della memoria virtuale e quindi al disco fisso”, aveva sentenziato Barth.
Oggi arriva una precisazione dal magazine statunitense Infoworld: Craig Barth non esiste. Dietro a questa falsa identità si celava un collaboratore della testata, Randall C. Kennedy. Eric Knorr (Infoworld) si è pubblicamente scusato dell’accaduto aggiungendo che Kennedy è stato licenziato a seguito dei recenti fatti.
Pur lasciando ai nostri lettori una valutazione sul tema, ci sembra opportuno comunque confutare anche i dati resi noti da Craig Barth alias Randall C. Kennedy. In più di un anno di utilizzo di Windows 7, non abbiamo mai rilevato nulla di quanto emerso dai test di Kennedy, nessuna problematica relativa alla saturazione della memoria RAM.
Il perché il sistema di monitoraggio citato da Kennedy (XPnet) abbia condotto alla conclusione tratta dal “ricercatore” è presto detto. Windows 7 utilizza un aggressivo sistema di caching (SuperFetch), mutuato da Windows Vista. Tale tecnologia provvede ad effettuare una sorta di “precaricamento” dei dati che il sistema operativo ritiene vengano utilizzati più spesso. Sebbene sia stato reso meno “pesante” in Windows 7, la funzionalità SuperFetch sfrutta comunque un importante quantitativo di memoria RAM per portare a termine le sue operazioni di ottimizzazione. Va però chiarito che SuperFetch attiva il caching solo nel momento in cui altre applicazioni non stanno richiedendo l’uso della RAM. Nel momento in cui altri programmi necessitino di memoria, Windows 7 si preoccupa di liberare la RAM dai dati usati per la cache. L’approccio utilizzato trova giustificazione nell’adagio “la memoria che non è utilizzata da nessuna applicazione è tutta memoria sprecata”. Utilizzare la RAM libera inserendovi dati memorizzati sul disco fisso onde velocizzarne il caricamento è quindi un approccio ragionevole.
Windows XP non fa nulla di tutto ciò quindi, sui sistemi dotati di un buon quantitativo di memoria, è cosa assai frequente trovare molta RAM libera. Su Windows 7 è possibile rendersi conto della situazione semplicemente ricorrendo al “Task Manager” (CTRL+ALT+DEL, Avvia gestione attività) quindi cliccando sulla scheda Prestazioni. Sebbene il valore della memoria libera sia davvero molto basso perché, appunto, utilizzato per le attività di caching, il quantitativo della memoria disponibile è sempre ben più alto. E’ sufficiente verificarlo sui propri sistemi.
E’ proprio il valore in megabytes riportato a fianco dell’indicazione “memoria disponibile” a rivestire il ruolo chiave dato che la porzione più ampia della cache in RAM può essere liberata pressoché istantaneamente.