Storica alleanza tra Intel e AMD per rilanciare l'architettura x86

L'architettura x86, al centro del computing da decenni, affronta la pressione dei chip ARM e la sfida delle nuove tecnologie. Intel e AMD hanno creato l'x86 Ecosystem Advisory Group per standardizzare e innovare, migliorando la compatibilità e mantenendo x86 competitiva. La collaborazione tra i due rivali si concentra su tre aree principali: interoperabilità, linee guida architetturali e unificazione delle piattaforme di sviluppo.

A sentire il CEO di Intel Pat Gelsinger, l’architettura x86 non ha propriamente bisogno di essere “rilanciata”. Tuttavia, la formazione dell’x86 Ecosystem Advisory Group è sintomo evidente del fatto che la pressione esercitata dai chip basati su ARM è sempre più opprimente. x86 ha rappresentato le fondamenta del computing moderno per oltre quattro decenni, garantendo prestazioni eccezionali e un’ampia compatibilità, a livello di data center così come nei PC degli utenti finali.

Con la crescente richiesta di workload legati all’intelligenza artificiale, alla necessità di chip personalizzati e alla presentazione di nuove tecnologie di packaging, l’ecosistema x86 si trova a un punto cruciale della sua evoluzione. Così, x86 Ecosystem Advisory Group sancisce l’avvio di una storica collaborazione tra Intel e AMD.

I motivi della collaborazione tra Intel e AMD sull’architettura x86

Gelsinger ha dichiarato che l’architettura x86 è pronta a intraprendere uno dei più grandi cambiamenti nella sua storia, sottolineando l’importanza di collaborazione e standardizzazione tra i principali attori del settore per favorire la crescita futura. Lisa Su, CEO di AMD, ha confermato l’importanza del gruppo per guidare le evoluzioni architetturali e garantire che x86 continui a essere il punto di riferimento per le applicazioni informatiche di alto livello.

Intel e AMD si apprestano a difendere le “comuni origini” sebbene entrambe le aziende non abbiano nascosto l’interesse sulla piattaforma ARM. Come altri produttori, anche AMD starebbe ingegnerizzando i suoi primi SoC ARM mentre Intel si rende disponibile per la realizzazione di chip ARM per conto terzi presso i suoi stabilimenti (Intel Foundry Services).

D’altra parte, le attività di fonderia sono alla base della “visione” di Gelsinger che le vede essenziali nel futuro della società. Ne è una chiara conferma l’accordo siglato a febbraio 2024 tra Intel e Microsoft, con una mano tesa verso AMD, Google e Qualcomm.

Gli obiettivi dell’alleanza tra Intel e AMD

Il gruppo consultivo appena inaugurato da Intel e AMD focalizzerà le sue attività su tre aree principali:

  • Compatibilità migliorata: L’obiettivo è di garantire che le soluzioni x86 siano interoperabili e scalabili nei vari settori: dai data center ai dispositivi edge.
  • Standardizzazione: Cruciale è la definizione di linee guida architetturali condivise, semplificando l’integrazione di nuove capacità nei sistemi operativi e nei framework applicativi.
  • Innovazione: L’alleanza intende offrire agli sviluppatori una piattaforma unificata per influenzare le future funzionalità architetturali, migliorando la coerenza e prevedibilità delle soluzioni.

L’iniziativa non è frutto soltanto della collaborazione tra Intel e AMD, ma coinvolge l’intera industria tecnologica per creare una visione condivisa sull’evoluzione dell’architettura x86. I membri del gruppo, tra i quali spiccano i nomi di Broadcom, Dell, Google, Hewlett Packard Enterprise, HP, Lenovo, Meta, Microsoft, Oracle e Red Hat, coopereranno per rispondere alle esigenze dei clienti e garantire che l’ecosistema x86 continui a guidare l’innovazione per i decenni a venire.

Una risposta all’ascesa di ARM e all’avvento delle soluzioni RISC-V

Gelsinger si è sempre detto poco preoccupato della crescita di ARM, le cui soluzioni però si stanno da tempo facendo largo anche nel remunerativo segmento data center, soprattutto grazie ai consumi energetici più contenuti.

In un nostro articolo abbiamo ricordato come nella competizione tra x86-64 e ARM64 non conti l’ISA ovvero il set di istruzioni in sé. Una certa ISA (Instruction Set Architecture) non è intrinsecamente più efficiente di un’altra: ciò che conta, e molto, è il design della CPU. È lì che si gioca la vera partita.

Sul piano delle istruzioni legacy ovvero dell’eredità proveniente dal passato con la quale sia x86 che ARM devono fare i conti, entrambe le ISA devono fare i conti con il pesante fardello conservato per anni (per questioni di retrocompatibilità) e frutto delle continue evoluzioni. RISC-V non ha questo problema ed è per questo che è considerata come una piattaforma “fresca”, quindi estremamente promettente.

Semplificare l’architettura x86 sembra essere il nuovo mantra

I membri dell’x86 Ecosystem Advisory Group non hanno ancora definito in modo preciso quali aree saranno soggette a standardizzazione. Tuttavia, una evidente cartina tornasole è proprio ciò che stanno facendo già oggi sia AMD che Intel.

AMD, ad esempio, sta lavorando sulle Supervisor Entry Extensions, progettate per ridurre la complessità del set di istruzioni esistente. Intel, da parte sua, ha sviluppato il codice FRED (Flexible Return and Event Delivery), che persegue obiettivi simili. Inoltre, la società di Santa Clara ha avviato il progetto x86S, una versione semplificata dell’architettura x86, esclusivamente a 64 bit, con l’obiettivo di eliminare la maggior parte delle istruzioni legacy che contribuiscono ad appesantire l’ISA.

Oltre alla semplificazione, è evidente come l’evoluzione dell’architettura x86 necessiti di un allineamento tra Intel e AMD. L’introduzione di nuove estensioni a supporto delle applicazioni di intelligenza artificiale, richiederà una maggiore cooperazione tra le due aziende per mantenere l’ecosistema competitivo.

Una collaborazione schietta tra rivali

Forrest Norrod di AMD ha sottolineato l’importanza della collaborazione appena avviata con Intel: “siamo fieri rivali“, ha detto. “Ma possiamo competere lavorando insieme per definire gli standard che guideranno l’intero settore. x86 è lo standard de facto, ma è un ecosistema che Intel e AMD hanno sviluppato in parallelo, e questo ha portato a inefficienze. È tempo di abbracciare una visione comune“.

Gli fa eco Justin Hotard di Intel: “stiamo vedendo un cambiamento nella domanda di capacità di calcolo. Siamo a un punto di svolta e crediamo sia il momento giusto per garantire un’architettura coerente come fonte di innovazione“.

In un altro articolo avevamo visto perché l’architettura x86 non deve morire.

Credit immagine in apertura: Business Wire

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