In vista della possibile approvazione, da parte del Parlamento statunitense, della normativa conosciuta con l’appellativo di SOPA (acronimo di “Stop Online Piracy Act“), decine di siti web di grandi dimensioni avevano dato vita ad una “sileziosa protesta” autocensurandosi e paventando i rischi di una “censura di stato”. A far sentire la loro voce furono, immediatamente, Kaspersky (ved. questo articolo e Wikipedia (ved. questa pagina poi tutta una serie di siti web che organizzarono una “manifestazione online” appoggiata anche da Google.
L’avversione che molte aziende operanti nel settore dell’informazione online e dell’IT espressero nei confronti del SOPA portò ad un suo rapido “affossamento”. Negli States, però, sta sollevando non poche critiche la possibile approvazione di una nuova normativa, CISPA (“Cyber Intelligence Sharing and Protection Act). Diversamente da SOPA, CISPA gode del favore di alcune grandi società quali Intel, Microsoft, IBM, Facebook, Symantec ed Oracle. Google ha preferito invece restare per il momento alla finestra dichiarando che il processo normativo sarà tenuto sotto stretta sorveglianza in modo da verificare l’orientamento del legislatore.
Mozilla, invece, ha subito stroncato il provvedimento spiegando come il CISPA contenga delle disposizioni talmente varie e potenti da rappresentare una minaccia per la privacy degli utenti. “La normativa va ben oltre gli obiettivi prefissati“, ossia la tutela della sicurezza online, ha spiegato Mozilla.
La posizione della fondazione che cura e promuove lo sviluppo, tra gli altri prodotti, del browser opensource Firefox, appare quindi molto vicina a quella già espressa dalla Electronic Frontier Foundation così come da alcune associazioni che tutelano i diritti dei consumatori e del cittadino. CISPA stabilisce le circostanze in cui talune informazioni relative alla navigazione in Rete degli utenti possano essere condivise tra fornitori d’accesso, società private ed agenzie governative USA. Il timore, secondo i detrattori, è che CISPA imponga ben pochi paletti e che quindi possa essere utilizzato da parte di organizzazioni statali per monitorare le comunicazioni online dei cittadini. Vi sarebbero insomma più strumenti per applicare un monitoraggio molto ampio su coloro che fruiscono dei servizi di rete piuttosto che concentrarsi su coloro che rappresentano una minaccia per la sicurezza.
Le società che sostengono la legge vedono le nuove disposizioni più di buon occhio rispetto a SOPA perché non costringerebbero tali aziende a mettere il cappellino di poliziotto. Il dibattito, però, è adesso più aperto ed acceso che mai con Mozilla che ribadisce come anche CISPA possa rappresentare una minaccia per una rete Internet aperta e per la privacy di ogni singolo utente.