Febbraio non è iniziato bene per Starlink, il servizio di accesso a Internet via satellite che l’azienda di proprietà di Elon Musk sta proponendo da gennaio 2019 e che lo scorso anno è arrivato anche in Italia.
Se l’atmosfera terrestre e il campo magnetico fanno da scudo nei confronti dei raggi cosmici e di tutte le particelle cariche provenienti dallo spazio, via via che ci si allontana dalla superficie del nostro pianeta le minacce aumentano. Tutti i satelliti lanciati in orbita, anche nella fascia più bassa come quella scelta da Starlink (LEO, Low Earth Orbit), sono però esposti.
Starlink attualmente dispone di circa 2.000 satelliti in orbita dei 42.000 che intende, a medio termine, schierare per comporre la fitta maglia intorno alla Terra per fornire accesso alla rete Internet in ogni dove mirando a rivaleggiare, per prezzo e prestazioni, con le più tradizionali soluzioni a banda larga via cavo.
Giovedì scorso un razzo Falcon 9, come già accaduto tante volte in precedenza, ha lanciato 49 satelliti che una volta posizionati in orbita hanno dovuto fare autonomamente alcuni aggiustamenti per assumere la corretta collocazione nella costellazione Starlink.
L’operazione si svolge ad un’altitudine di circa 210 chilometri sopra la superficie terrestre e quest’ultima fase era stata sempre portata a termine senza grandi complicazioni.
Nella missione della scorsa settimana, tuttavia, la fase di dispiegamento dei satelliti ha purtroppo coinciso con una tempesta geomagnetica, un evento che può avere varie origini e che colpisce direttamente il campo magnetico della Terra modificando in modo significativo le condizioni in orbita.
Il risultato è stato che i satelliti Starlink appena lanciati hanno incontrato molta più resistenza del solito: secondo i dati di telemetria circa il 50% in più rispetto ai lanci precedenti. In queste condizioni i satelliti non sono stati in grado di posizionarsi ed entrare in servizio tanto che sono stati dichiarati come persi nonostante gli sforzi da Terra per tentare di superare la situazione emergenziale.
Circa 40 satelliti dei 49 lanciati la scorsa settimana sono destinati a disintegrarsi in atmosfera: alcuni hanno già subìto questo destino, altri seguiranno a breve.
I satelliti Starlink sono stati infatti progettati in maniera tale da distruggersi molto rapidamente in caso di problemi in modo da non causare danni ad altri oggetti in orbita (ciascun satellite pesa 250-300 chilogrammi).
Il costo di questo lancio quasi totalmente fallito rappresenta certamente un problema per Starlink e SpaceX, la società aerospaziale sempre fondata e amministrata da Musk che si occupa anche di queste attività.
In un altro articolo abbiamo visto quanto è veloce la connettività via satellite di Starlink.