A novembre 2020 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) si era espressa accertando la violazione di una serie di articoli del Codice del Consumo da parte di HP (vedere il provvedimento n.28451).
Al centro delle indagini gli aggiornamenti del firmware distribuiti da HP ai possessori delle sue stampanti con il preciso obiettivo di limitare o impedire l’utilizzo di cartucce compatibili non originali.
AGCM ha fotografato tale comportamento aggiungendo che i clienti non sarebbero stati adeguatamente informati circa tali pratiche e che in più il produttore si rifiutava di fornire la garanzia e l’assistenza nel caso in cui fosse rilevato l’utilizzo di cartucce non originali.
HP, inoltre, acquisiva i dati relativi all’utilizzo di cartucce (inchiostri e toner) “non ufficiali”.
Dopo un’attenta analisi tecnica e tutta una serie di risposte e controdeduzioni ricevute da HP, AGCM ha concluso che “HP non ha informato i consumatori in maniera chiara e completa, al momento della vendita di diversi modelli di stampanti, circa una loro importante caratteristica, ovverosia la circostanza per cui il loro firmware esclude l’interoperabilità con le ricariche fornite da terze parti, siano esse prive di chip originali HP o realizzate ricaricando cartucce originali prodotte prima di una certa data. Il consumatore, dunque, non è stato posto in condizione di poter effettuare una scelta informata e consapevole in merito all’acquisto di una stampante sulla quale insiste un’importante limitazione circa le ricariche utilizzabili“.
Pur avendo introdotto un sistema di rilevamento delle cartucce non originali, HP non ne ha dato comunicazione chiara e adeguata. AGCM osservava che HP ha “continuato a fornire informazioni omissive e fuorvianti circa le specifiche caratteristiche di alcuni modelli di stampanti immessi sul mercato italiano a partire dagli anni 2016 e 2017, presentando tali prodotti come “sistemi aperti” e, al contempo, raccomandando l’acquisto di ricariche originali. L’unica generica precisazione fornita ai consumatori riguardava esclusivamente la circostanza per cui l’utilizzo delle ricariche non originali non garantisce la medesima qualità della stampa“.
HP ha insomma continuato a promuovere l’uso di cartucce e ricariche originali limitandosi a usare espressioni quali “potrebbero non funzionare” per riferirsi a prodotti “compatibili” senza invece rendere nota l’introduzione del firmware espressamente concepito per impedire l’utilizzo di ricariche non originali provocando il blocco – o comunque generando un messaggio con cui si annuncia il blocco – del funzionamento delle stampanti.
AGCM ha individuato anche una serie di mancanze nei messaggi pubblicati sul sito ufficiale dell’azienda definendo ad esempio ambiguo l’utilizzo della frase “Stampante con funzionalità di sicurezza dinamica“.
Con il successivo provvedimento n. 28515 di gennaio 2021 AGCM ha parzialmente rivisto la precedente decisione rettificandola in due aspetti.
HP non deve modificare il firmware delle sue stampanti ma è tenuta a informare adeguatamente i clienti sul comportamento dei prodotti.
AGCM ha concluso che HP può impedire l’uso di cartucce non originali ma deve astenersi dall’attivare uno scambio di dati con i suoi server per coadiuvare le operazioni di verifica e soprattutto deve specificare nel dettaglio il comportamento delle stampanti. Anche sulle confezioni delle stampanti.
Su queste ultime, ad esempio, deve riportare frasi come “Stampante il cui firmware contiene misure di sicurezza dinamica volte ad impedire l’utilizzo di cartucce non originali con chip o circuiti elettronici non HP” oppure “Stampante compatibile esclusivamente con il modello di cartuccia (SKU) con una data di scadenza della garanzia successiva a [data di scadenza della garanzia]” a seconda dei casi.
Oltre alla sanzione da 10 milioni di euro irrogata da AGCM a HP, l’azienda ha pubblicato sulla home page del suo sito web – come prescritto dall’Autorità – un avviso che informa tutti gli acquirenti circa l’esito del provvedimento.