Secondo quanto riportato dal sito di Fox News, un giudice spagnolo ha riaperto l’indagine che riguarda lo spionaggio del telefono del primo ministro spagnolo attraverso lo spyware Pegasus. L’iniziativa del magistrato, a quanto pare, è frutto di una richiesta arrivata dalla Francia.
Secondo il giudice, infatti, alcune nuove informazioni provenienti dal territorio transalpino potrebbero permettere alle indagini un ulteriore avanzamento, aprendo nuovi e interessanti scenari. Entrambi i paesi hanno avuto a che fare con il famigerato Pegasus, uno strumento sviluppato da NSO. Questo agente malevolo è in grado di infiltrarsi in smartphone e dispositivi simili e, senza rivelare la sua presenza, rubare informazioni personali dell’utente.
Secondo quanto affermato da NSO, questo strumento viene utilizzato dai governi solo per scopi eticamente leciti, come la lotta al terrorismo. Qualcosa, però, a quanto pare è andata storta e lo spyware sembra essere stato utilizzato in modo improprio.
Pegasus: riaprono le indagini sui misteriosi casi che coinvolgono anche il primo ministro spagnolo
Come affermato dai ricercatori di sicurezza, nel 2021 Pegasus è stato protagonista di attacchi informatici a più di 1.000 vittime sparse in 50 paesi. Tra le vittime risultano esservi diversi attivisti e giornalisti.
Ma lo spyware ha conquistato le prime pagine dei giornali anche in seguito, quando a maggio 2022 Pedro Sánchez, primo ministro spagnolo, è stato vittima di Pegasus come altri tre suoi ministri. Nonostante le indagini non è stato possibile risalire a chi è riuscito a raggiungere il telefono di una personalità così importante.
D’altro canto, anche in Francia si è registrato un caso simile, con Emmanuel Macron e diversi ministri che hanno avuto a che fare con lo stesso malware. Anche per gli utenti comuni gli spyware restano un pericolo.
A tal proposito, oltre a scaricare applicazioni sono la fonti sicure, è consigliabile proteggere i propri smartphone attraverso sistemi antivirus di comprovata efficacia.