Un’iniziativa che certamente farà discutere: il Ministero ha infatti formalmente approvato l’utilizzo del “Bonus Cultura”, riservato ai neomaggiorenni, per attivare un abbonamento su Spotify.
Un po’ come avviene per il “bonus docenti”, i giovani appena diciottenni possono da oggi utilizzare parte dei 500 euro a loro riconosciuti (vedere Bonus cultura, i 500 euro spendibili anche su Amazon) anche per ascoltare musica in streaming su Spotify.
La conferma è arrivata da Spotify stessa che ha allestito un sito web dedicato raggiungibile a questo indirizzo.
Il meccanismo è semplice: il giovane dovrà creare un buono di valore pari o superiore a 9,99 euro sul sito 18app.it quindi convertirlo in un “ticket” Spotify per poter fruire di 1 mese, 3 mesi, 6 mesi o un anno di ascolto gratuito di brani musicali. Non è necessario l’inserimento dei dati di alcuna carta di credito o di un conto PayPal.
Il servizio che viene proposto è ovviamente Spotify Premium: esso garantisce un’esperienza d’ascolto migliore, senza pubblicità e con la possibilità di passare liberamente da un brano all’altro (vedere anche Spotify Premium quasi free: a 99 centesimi per tre mesi senza obblighi).
Da un lato l’iniziativa mira a incentivare il pubblico giovanile all’utilizzo di strumenti legali per la fruizione della musica educando al corretto utilizzo della rete; dall’altro però rischia di trasformarsi – ed è questa l’accusa dei detrattori – in una controproducente banalizzazione di un bonus cultura che dovrebbe essere in primis utilizzato per migliorare le proprie abilità e competenze piuttosto che essere dilapidato nel settore dei servizi per l’entertainment.
Sicuramente un’ottima notizia per Spotify che mira così, in poco tempo, a rafforzare la propria base di utenti abbonati al servizio Premium in Italia.