Il Sistema Pubblico di Identità Digitale o SPID non ha bisogno di presentazioni: si tratta di una soluzione unificata che con lo stesse credenziali permette di accedere ai servizi online erogati dalla Pubblica Amministrazione. Non è propriamente un unicum italiano perché il regolamento europeo eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) obbliga i singoli stati membri a prevedere sistemi di autenticazione come SPID; inoltre, i sistemi devono essere sempre più compatibile e interoperabili tra un Paese e l’altro. In questo senso lo standard OpenID Connect, utilizzato nel mondo privato anche da Google, Microsoft, PayPal e da tanti altri soggetti, ha permesso di gettare ponti tra le varie soluzioni implementate in Europa.
OpenID Connect è infatti un layer di identità posizionato al di sopra del protocollo OAuth 2.0, universalmente utilizzato.
SPID è un sistema federato di gestione dell’identità digitale: ciò significa che i gestori delle identità digitali accreditati da AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) si occupano in primis di verificare puntualmente le generalità e le dichiarazioni del cittadino per poi rilasciare l’identità digitale SPID attestandola nei confronti di terzi (di solito una Pubblica Amministrazione) nei casi in cui ciò risulta necessario.
In un altro articolo abbiamo visto come funziona SPID davvero e a cosa serve in pratica.
Abbiamo parlato di “cittadino” ma l’utilizzo di SPID professionale permette anche di attestare formalmente l’identità di un professionista e di un’impresa (in generale, di un soggetto giuridico).
Uno studio realizzato da TeamSystem in collaborazione con Kantar mette in evidenza che ancora non c’è consapevolezza circa la possibilità di servirsi delle identità digitali SPID per usi professionali: quasi la metà delle aziende intervistate (42%), infatti, attualmente si limita ad utilizzare lo SPID personale (22%) anche per attività professionali mentre il 54% del campione dichiara di non essere nemmeno a conoscenza dell’esistenza della controparte professionale.
Rilevante nel determinare questo sottoutilizzo dello SPID professionale da parte delle imprese è anche l’abitudine di affidare a figure esterne la gestione di pratiche che richiederebbero il ricorso a questo strumento (25%).
Cosa permette di fare lo SPID professionale
Richiedendo un’identità digitale SPID per la propria attività è possibile accedere ai servizi online con la qualifica lavorativa senza più commistioni con la sfera personale. L’ottenimento di un’identità SPID professionale non esclude comunque la possibilità di sfruttarla anche per finalità personali, ove necessario.
I passaggi per la richiesta di un’identità SPID professionale non differiscono rispetto a quelli da seguire nel caso personale: si può procedere con il riconoscimento via webcam (di solito a pagamento), con quello tramite CIE, CNS o firma digitale (anche remota). Chi possiede già un’identità SPID personale può utilizzarla per richiedere un’identità SPID professionale.
Il servizio SPID professionale viene generalmente fornito a fronte del versamento di un canone annuale richiesto dal gestore dell’identità digitale; è invece sempre possibile ottenere SPID gratis con il riconoscimento da remoto nel caso di identità personali.
Sempre secondo quanto rilevato da TeamSystem, da parte di utilizza regolarmente lo SPID professionale vi è invece un chiaro riconoscimento dei vantaggi che questo strumento può offrire in termini di business e di semplificazione dei flussi di lavoro: accorcia la distanza tra aziende e Pubblica Amministrazione (33% degli utilizzatori); semplifica l’esperienza d’uso (30%); rende più efficienti i processi (29%) e riduce i costi di gestione legati ai sistemi di identificazione per chi possiede un ecommerce (29%).
Al servizio SPID viene riconosciuta la capacità di garantire un’identificazione certa della controparte per l’accesso ai servizi (41%) e una maggior sicurezza nella protezione dei dati (33%), di contribuire a rendere le aziende più innovative (29%) e di rappresentare un volano per la trasformazione digitale del Paese (26%). Il 43% degli intervistati che non se ne servono, si dichiara inoltre intenzionato ad implementare il ricorso allo SPID professionale entro la fine dell’anno.
In un altro articolo abbiamo visto come usare SPID per l’autenticazione sui siti, passaggio che per alcuni utenti e con certi strumenti per l’autenticazione a due fattori viene ancora considerato ostico.
SPID è stato progettato su standard aperti: nulla vieta a privati e soggetti diversi dagli enti pubblici di sfruttare tale sistema per l’autenticazione degli utenti. Allo stato attuale, tuttavia, è utilizzato in Italia esclusivamente dalla Pubblica Amministrazione con il vantaggio di un unico login per accedere a tutti i servizi online.