La Spagna ha deciso per il “via libera” ad una legge che sta già facendo discutere non solo entro i confini del Paese iberico ma anche a livello europeo e ben oltre l’Oceano, proprio là dove – alcune settimane fa – si è registrata una strenua opposizione contro SOPA (“Stop Online Piracy Act“; per tutti i dettagli, vi suggeriamo di fare riferimento a questi nostri articoli).
Il provvedimento spagnolo viene considerato come estremamente severo, ben più della contestatissima “legge dei tre schiaffi” francese, dal momento che, come spiega l’avvocato Fulvio Sarzana di S. Ippolito, mette nelle mani dell’autorità piena autonomia nella chiusura di siti Internet, o di piattaforme di scambio, attivando blocchi a livello dei singoli fornitori di accesso Internet. La decisione potrà essere assunta semplicemente in seguito alla segnalazione degli aventi diritto (i detentori dei diritti d’autore su un’opera) ed il blocco verrebbe attuato, se ottenuto il parere favorare da parte del Comitato per la Proprietà Intellettuale, in soli dieci giorni.
La nuova norma, battezzata “legge Sinde” – dal nome dell’ex ministro Ángeles González-Sinde Reig (nella foto), regista, che l’ha presentata poco più di un anno fa – è però invisa alle associazioni dei consumatore che hanno deciso di impugnarne l’approvazione dinanzi ai giudici del Tribunale Supremo. Il punto più contestato è quello che trova molte analogie con alcune proposte di legge che si sono susseguite nel nostro Paese: ad un organo amministrativo qual è il Comitato per la Proprietà Intellettuale, la normativa assegna poteri giudiziari che, secondo i detrattori, non possono essere di sua competenza.