Gli sviluppatori di Spacedrive introducono il concetto di VDFS (Virtual Distributed Filesystem), un meccanismo che permette di beneficiare di un unico ampio spazio di memorizzazione sul cloud combinando lo storage disponibile su Google Drive, Dropbox, Apple iCloud e così via. Con Spacedrive, che si propone come file manager universale, si possono gestire i dati in locale, su altri dispositivi e sulle piattaforme di storage cloud.
Cos’è VDFS
VDFS è un file system progettato per supportare diversi livelli di archiviazione dei dati. Con un’unica API che consente di manipolare e accedere ai contenuti su molti dispositivi, VDFS genera, gestisce e conserva un indice virtuale di tutte le posizioni utilizzate per lo storage dei dati. Il database è sincronizzato tra i vari client dell’utente in tempo reale.
L’implementazione utilizza anche l’approccio CAS (Content-addressable storage) per identificare univocamente i file e mantenere un registro dei percorsi dei file logici con riferimento alle rispettive posizioni di archiviazione.
Il file system alla base del funzionamento di Spacedrive è frutto del lavoro svolto nel 2018 da Haoyuan Li presso l’Università della California (Berkeley).
I motivi della nascita di Spacedrive
Gran parte degli utenti possiedono account cloud multipli, attivati presso lo stesso fornitore o su provider diversi. Per non parlare delle informazioni non sottoposte a backup, con i dati che risultano a rischio di perdita.
Spacedrive combina le capacità di archiviazione di diverse fonti creando una piattaforma cloud distribuita e personale. L’obiettivo è rendere i dati personali indipendenti dal sistema operativo e permanenti, oltre a garantire che essi restino sempre sotto il proprio controllo esclusivo.
Interamente sviluppato nel linguaggio Rust, Spacedrive si propone come un file manager versatile, flessibile e soprattutto sicuro scongiurando le vulnerabilità di sicurezza della memoria che accomunano la stragrande maggioranza delle applicazioni “vecchio stampo”.
Architettura aperta: codice sorgente disponibile su GitHub
L’interfaccia di Spacedrive ricorda da vicino quella di Esplora file in Windows 11, con la differenza che oltre a permette la gestione degli elementi memorizzati in locale, l’applicazione permette di fare clic su Aggiungi posizione nella colonna di sinistra per configurare i propri account sul cloud.
Il codice sorgente di Spacedrive è disponibile pubblicamente sul repository GitHub del progetto: il software ha infatti un’architettura aperta ed è distribuito sotto licenza AGPL. Chiunque può quindi controllare come funziona “dietro le quinte”, segnalando eventuali problematiche e partecipando attivamente alla fase di sviluppo.
Sviluppo che non è affatto concluso: gli ideatori di Spacedrive, infatti, precisano che il programma sarà rilasciato in versione definitiva entro fine 2023. La roadmap riassume le funzionalità che andranno ad arricchire Spacedrive nel corso dei prossimi mesi.