Il nuovo modello IA Sora, capace di trasformare testo in video, ha lasciato senza parole semplici curiosi e addetti ai lavori.
Di fatto, il prodotto di OpenAI ha ancora una volta dato uno scossone al settore, con filmati realistici realizzabili semplicemente con accurati input testuali ricchi di descrizioni.
Dal momento della sua presentazione, però, in molti si sono fatti una domanda. Sora è pronta per sbarcare ad Hollywood, fornendo un supporto concreto per la realizzazione di film?
Allo stato attuale, la domanda è scontata (ma non definitiva). A causa di alcuni piccoli difetti nelle immagini, Sora deve ancora fare un passo avanti per essere integrata nell’industria cinematografica. Nonostante ciò, quel momento a molti non sembra così distante.
A rafforzare questa sensazione diffusa è lo stesso Sam Altman, protagonista di alcuni incontri con i vertici di Hollywood avvenuti negli scorsi giorni, come riportato da Bloomberg. L’intenzione dell’amministratore delegato di OpenAI è chiara: trovare accordi per fornire strumenti legati all’IA a chi si occupa di girare e produrre film.
Secondo altre testimonianze, in realtà, nello scorso mese vi sono già stati contatti tra Altman e i vertici dell’industria cinematografica.
Altman arriva a Hollywood con Sora: opportunità e rischi
Sebbene Sora non sia ancora accessibile al pubblico, sempre Bloomberg riporta come alcuni attori e registi molto famosi avrebbero già potuto mettere le mani sullo strumento.
OpenAI, a tal proposito, ha rilasciato un’intervista in cui conferma come abbia una strategia riguardo la collaborazione con l’industria cinematografica.
Tutto ciò, come è facile intuire, potrebbe però avere ripercussioni importanti per chi lavora nel settore. I recenti scioperi di scrittori e attori, in tal senso, potrebbero essere solo l’inizio. In molti, infatti, temono di perdere il proprio lavoro o di rivederlo fortemente ridimensionato.
A tal proposito, già un paio di mesi fa il Fondo Monetario Internazionale ha messo in guardia l’occupazione: l’IA, infatti, potrebbe mettere a rischio il 40% dei posti di lavoro.