In molti ritenevano che i nastri magnetici ed i relativi lettori fossero ormai cosa del passato. Ed invece Sony stupisce con la recentissima presentazione di un nastro magnetico capace di memorizzare, in un’unica bobina, ben 185 Terabyte di dati. Un nastro capace di conservare circa 60 milioni di brani musicali, molto più di quanti una persona possa ascoltarne nel corso di una vita intera, oppure tutte le pubblicazioni che oggi compongono la Biblioteca del Congresso (in digitale occuperebbero “appena” 10 Terabyte). O, ancora, tutti i tweet pubblicati dalla nascita di Twitter (fino all’anno scorso occupavano circa 85 Terabyte).
I tecnici di Sony spiegano che si è potuti arrivare allo storico traguardo grazie all’ottimizzazione del processo denominato sputter deposition, riuscendo a registrare 148 gigabyte di dati per pollice quadrato (6,45 centimetri quadri). Una “densità” dell’informazione che è pari addirittura a 74 volte quella utilizzata nelle attuali soluzioni di storage similari. Il risultato del lavoro degli esperti di Sony è un supporto magnetico le cui particelle non superano i 7,7 nanometri di diametro.
Sebbene i nastri magnetici riportino la mente ai supporti di memorizzazione largamente utilizzati molti anni fa, soluzioni come quella appena presentata da Sony si rivelano eccellenti strumenti per la gestione dei cosiddetti “big data”.
Si pensi, ad esempio, che i database di Facebook occupano circa 300 petabytes (un petabyte equivale a 1.000 terabytes): nastri magnetici come quelli presentati dal colosso giapponese possono costituire la scelta giusta per le esigenze di backup e di memorizzazione di grandi moli di dati.