I social network sollevano sempre più preoccupazioni tra le persone in tutto il mondo ed è per questo motivo che alcune nazioni hanno scelto metodi drastici. L’Australia ad esempio è stata la prima nazione a bloccare l’accesso ai social media per i minori di 16 anni, ma ora potrebbe scattare un effetto domino.
Stando a quanto riportato infatti, anche la Svezia starebbe pensando a una misura simile. La motivazione, però, è molto diversa. Mentre l’Australia punta a proteggere la salute mentale dei ragazzi, in Svezia si vuole affrontare un problema legato al crimine organizzato.
Social media, la base del reclutamento criminale
La scelta della Svezia sarebbe riconducibile ad un fenomeno da tenere costantemente monitorato. I giovani infatti sarebbero spesso coinvolti in crimini violenti che scaturiscono dal reclutamento di alcune gang criminali. I social media vengono appositamente utilizzati, spesso anche assoldando bambini di soli 11 anni.
Questo verrebbero coinvolti in attività come omicidi e attentati. Solo nei primi sette mesi di quest’anno, ben 93 bambini sotto i 15 anni sono stati sospettati di pianificare omicidi, un numero tre volte superiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Il fenomeno non si limita ai confini svedesi. In Danimarca, le autorità hanno registrato diversi casi di adolescenti svedesi coinvolti in atti violenti, tanto da essere definiti “bambini soldato”.
Le possibili soluzioni
Il ministro svedese ha scelto recentemente di incontrare i rappresentanti dei principali social network tra cui Meta e Google. L’incontro è servito per chiedere interventi concreti per fermare il reclutamento online. Ha avvertito che, se i risultati non arriveranno, la Svezia potrebbe seguire l’esempio di altri Paesi introducendo leggi più restrittive.
Non tutti, però, vedono questo divieto come la soluzione migliore. Alcuni ritengono che bisognerebbe concentrarsi su pene più severe per i criminali, anziché limitare l’accesso ai social per i più giovani. La questione resta aperta e controversa.