L’impatto negativo dei social network sulla salute mentale (principalmente) degli adolescenti è stato confermato da numerosi studi, e nonostante alcune modifiche mirate la situazione risulta essere ancora molto problematica. Per questo motivo Vivek Murthy, Chirurgo Generale degli Stati Uniti, ha esortato il Congresso a fare qualcosa in più per affrontare quella che è una questione sempre più preoccupante.
I social network creano ansia e depressione nei più giovani: la proposta di un dottore al Congresso USA
Nell’editoriale pubblicato sulle pagine digitali del New York Times, Murthy invita le istituzioni politiche a valutare l’introduzione di un avviso che possa informare gli utenti sui potenziali danni alla salute mentale che possono causare i social network, soprattutto quelli più frequentati dai giovani come TikTok e Instagram. Si tratterebbe di una soluzione molto simile a quella oggi adottata per le sigarette (anche in Italia), con avvertenze ben visibili e chiare nel messaggio veicolato.
«La crisi della salute mentale tra i giovani è un’emergenza, ed è emerso che i social media danno un importante contribuito», scrive il Chirurgo Generale. Nell’editoriale, che fa eco all’allarme lanciato nel 2023, vengono citati studi secondo cui quasi la metà degli adolescenti afferma di passare più di tre ore al giorno su TikTok e simili, con tutte le conseguenze del caso, come ansia e depressione.
Une delle lezioni più importanti che ho imparato alla facoltà di medicina è che in caso di emergenza non puoi permetterti il lusso di aspettare informazioni perfette. Valuti i fatti disponibili, usi il tuo miglior giudizio e agisci rapidamente.
Oltre alle etichette di avvertimento, Murthy chiede a gran voce anche una legislazione che protegga i più giovani dalle molestie online, dagli abusi, dallo sfruttamento e dall’esposizione alla estrema violenza e ai contenuti sessuali. Ma vorrebbe anche che le piattaforme evitassero di raccogliere dati sui bambini e che limitassero funzionalità come le notifiche push, la riproduzione automatica e lo scrolling infinito, ovvero quelle che contribuiscono all’uso eccessivo dei social.
Ora la parola passa al Congresso, che potrebbe fare tesoro dei suggerimenti del dottor Murthy.