Quando Apple, a novembre 2020, presentò il nuovo SoC destinato ai sistemi Mac in tanti si chiesero perché il processore M1 era così veloce e come ha potuto, sin dalla prima ora, offrire prestazioni convincenti rispetto agli Intel x86, da allora abbandonati.
Plasmati sull’architettura ARM, i SoC Apple Silicon hanno permesso alla società di Cupertino di svincolarsi da Intel garantendo agli utenti performance di primo livello che sono cresciute col tempo, insieme con le varie iterazioni dei SoC.
I nuovi M2 Pro e M2 Max sono i SoC di ultima generazione che raccolgono l’eredità, rispettivamente, di M1 Pro e M1 Max presentati alla fine del 2021.
M2 Pro aumenta il numero di core della CPU che passano da 10 a 12. Nello specifico ne sono stati aggiunti ulteriori due a maggiore efficienza energetica portando il loro numero a 4. La GPU, oggetto di uno studio approfondito da parte degli sviluppatori della distribuzione Asahi Linux per Apple Silicon, passa da 16 a 19 core.
In entrambe le sezioni è atteso un miglioramento delle prestazioni pari al 20%, soprattutto se si tiene in considerazione l’aumento delle frequenze operative.
Il SoC integra inoltre 40 miliardi di transistor, il 19% in più rispetto all’M1 Pro che ne aveva 33,7 miliardi e una cache L2 migliorata.
Apple ha anche realizzato una seconda versione dell’M2 Pro con 10 core lato CPU (6+4) e 16 core sulla GPU.
M2 Max conserva la stessa CPU del predecessore (fino a 12 core) mentre la GPU passa a 38 core (4.864 shader), il 20% in più.
M2 Max può supportare fino a 32 GB di memoria anche se esiste anche una versione a 12 core CPU e 30 core GPU che può arrivare fino a 96 GB. Il SoC integra 67 miliardi di transistor, il 17% in più.
Entrambi i chip utilizzano una litografia TSMC 5 nm di seconda generazione: ciò conferma che sono un aggiornamento della generazione precedente.
Il motore neurale mantiene i suoi 16 core ma è descritto da Apple come “di nuova concezione”: secondo la Mela fornirà il 40% in più di prestazioni in determinate attività che ne traggono vantaggio.
Non manca ovviamente il motore multimediale per la codifica e decodifica in hardware dei contenuti HEVC, H.264 e ProRes.
Nuovi Mac Mini e MacBook Pro da 14 e 16 pollici
I SoC di nuova generazione sono stati utilizzati da Apple per “confezionare” Mac Mini e MacBook Pro.
Nel complesso, il design non cambia ed Apple ha scelto di adottare le stesse soluzioni estetiche adoperate in passato. Sebbene il Mac Mini sia un dispositivo interessante, comincia tuttavia ad apparire un po’ superato per via del design conservato per tanti anni.
Il Mini PC Apple Mac Mini del 2023 misura sempre 35,8 x 197 x 197 mm, con un volume di 1,4 litri; il peso cambia a seconda del modello sebbene si attesti su circa 1,2 kg.
Il computer compatto di casa Apple integra due o quattro porte Thunderbolt 4, a seconda del SoC (M2 o M2 Pro), due USB 3.0, una RJ-45 1 GbE, una HDMI 2.0b e un jack audio da 3,5 mm.
Il processore può contenere 8 o 16 GB di memoria LPDDR5 a 6400 MHz nello stesso package mentre lo storage può spaziare da 256 GB a ben 8 TB.
Il prezzo parte da 719 euro per il modello con SoC M2 da 10+16 core, 8 GB di RAM e 256 GB di storage. Il modello con M2 Max 10+16 core con 16 GB di RAM e 512 GB di SSD costa invece 1.569 euro.
I MacBook Pro 14 e 16 pollici sono stati aggiornati con i SoC M2 Pro e M2 Max ma per il resto non c’è null’altro da segnalare.
I display sono sempre IPS a 120 Hz con refresh adattivo, ci sono tre o quattro porte Thunderbolt 4 e HDMI 2.0b.
Il balzo in avanti in termini di potenza è quantificabile intorno al 15-20% mentre il prezzo parte da 2.449 euro per il modello MacBook Pro 14 con M2 Pro (10+16 core), 16 GB di RAM e 512 GB di storage. Il MacBook Pro 16 con M2 Max 12+38 core, 32 GB di RAM e 1 TB di storage costa 4.199 euro. Le configurazioni arrivano fino a 96 GB di RAM e 8 TB di spazio di archiviazione. Il modello più costoso è quello da 7.649 euro.