La decisione di Apple di abbandonare la piattaforma x86 e passare ad ARM ha fatto scalpore ma non è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Come ha raccontato Steven Sinofsky (ex Microsoft) la svolta della Mela è figlia della storia di Apple e delle lezioni che l’azienda di Tim Cook ha imparato nel corso di anni.
Pat Gelsinger, CEO di Intel, non si è comunque nascosto dietro un dito e ha fatto presente che obiettivo dell’azienda è riconquistare la fiducia dei partner, Apple compresa. La decisa virata verso processori basati su architettura ibrida come gli Alder Lake-S guarda proprio in questa direzione.
Adesso, però, Intel sembra lavorare anche sul campo dell’expertise e si è mossa per chiamare a raccolta i migliori designer di chip.
Jeff Wilcox, ad esempio, è stato il responsabile delle architetture utilizzate sui Mac negli ultimi anni. È stato a capo della divisione che ha progettato i SoC ARM impiegati nei dispositivi progettati nel quartier generale di Cupertino e è stato punto di riferimento per lo sviluppo del programma che ha portato Apple a sostituire i processori Intel anche nei Mac, compresi i top di gamma a più elevate prestazioni.
Dopo otto anni di lavoro per Apple, Wilcox torna in Intel: parliamo di un ritorno perché prima di lavorare per l’azienda di Cupertino l’ingegnere militava nelle fila di Intel. “È stato un viaggio incredibile quello in Apple e non potrei essere più orgoglioso di tutto ciò che abbiamo raggiunto durante tempo trascorso in azienda“, ha spiegato Wilcox su Linkedin ricordando che il suo lavoro ha avuto come punto più alto il rilascio dei “nuovi SoC Apple M1, M1 Pro e M1 Max. Mi mancheranno profondamente tutti i miei colleghi e amici di Apple“.
I risultati del SoC di derivazione ARM progettato in casa Apple ha piacevolmente colpito tutti sia in termini di prestazioni single core che in multi thread. Anche la GPU ha soddisfatto le aspettative considerando che si parla di una soluzione integrata.
In un altro articolo avevamo spiegato perché il chip M1 di Apple è così veloce.
A partire dal primo SoC M1, Apple ha proseguito con i più performanti M1 Pro e M1 Max. L’azienda non ha intenzione di fermarsi finché tutti i suoi sistemi non saranno basati sui nuovi SoC: gli M1 Max Duo e Max Quadro sono già apparsi “dietro le quinte” per alimentare le macchine più potenti dell’azienda di Cupertino, le workstation Mac Pro e gli iMac Pro AIO.
Wilcox è stato a capo della squadra che ha reso possibile tutto questo. Non conosciamo le conseguenze per la Mela ma è ovvio che il progetto Apple Silicon fosse stato sciorinato nei minimi dettagli ben prima delle avvisaglie dell’abbandono dell’ingegnere.
Ciò che possiamo prevedere è che il ritorno di Wilcox in Intel significherà una svolta nello sviluppo dei futuri processori della società di Santa Clara. D’altra parte l’ingegnere ha già confermato di essere stato investito del ruolo di CTO all’interno del SoC Architecture Design Engineering Group di Intel. Più chiaro di così.