La “talpa” Edward Snowden si sarebbe impossessato delle migliaia di documenti, la cui pubblicazione online ha fatto scoppiare lo “scandalo NSA”, utilizzando un software automatizzato semplice ed economico. Non è dato sapere se Snowden abbia sviluppato in proprio tale applicazione ma fonti informate sull’argomento avrebbero confermato che il funzionamento del software sarebbe molto simile a quello di un “web crawler” ossia di quel componente utilizzato da tutti i motori di ricerca che si occupa di “scandagliare” la Rete acquisendone una copia e memorizzandola in un indice.
Il fatto grave è che il personale della NSA (National Security Agency), agenzia governativa che insieme con FBI e CIA si occupa della sicurezza nazionale statutitense, non si sarebbe accorto della vasta operazione di razzia dei dati posta in essere da Snowden. A qualunque domanda in proposito, Snowden si sarebbe limitato a rispondere che in qualità di amministratore di sistema, stava espletando un lavoro di manutenzione di routine.
Snowden, che all’interno della NSA era impiegato come consulente tecnico, avrebbe avuto complessivamente accesso a circa 1,7 milioni di file. Attualmente “in esilio” in Russia, l’informatico – togliendo il velo dalle molteplici attività di monitoraggio ed intercettazione messe in opera dagli agenti NSA – ha contribuito a mettere in cattiva luce l’ente d’Oltreoceano minandone la credibilità alla base.
Le nuove rivelazioni circa la “semplicità” del software adoperato da Snowden gettano un’ulteriore ombra sulle attività dell’NSA. Un attacco interno all’infrastruttura aziendale, spiegano gli esperti, avrebbe dovuto essere immediatamente rilevato, anche considerata la “delicatezza” delle informazioni trattate dall’agenzia.
Snowden, dalla Russia, insiste con lo spiegare che la sua iniziativa è stata determinata dalla volontà di fornire ai cittadini informazioni attendibili sulle reali attività poste in essere dal governo ed osserva come l’agenzia statunitense stia continuando a screditarlo.