Snapchat introduce gli animali domestici realizzati con l'IA

I nuovi animali dotati di IA generativa dividono l'utenza Snapchat: per molti iscrizzi risultano "inquietanti".

Snapchat è stata una delle prime app relative ai social network ad implementare l’Intelligenza Artificiale generativa.

Nello specifico, il chabot integrato nella piattaforma è My AI, una sorta di “amico digitale” dell’utente. A quasi un anno dalla sua integrazione, questo strumento è stato arricchito con una nuova funzione che ha spaccato in due la community, tra sostenitori e detrattori.

Stiamo parlando di un vero e proprio animale domestico gestito attraverso l’IA generativa. Questa funzionalità, disponibile agli abbonati Snapchat+, consente di creare “Animali Bitmoji personalizzati“, con una funzione in accesso anticipato che, almeno teoricamente, sarà presto disponibile a tutti. Questi saranno integrati al profilo specifico, consentendo agli amici dell’utente di vederlo così come avviene con il Bitmoji.

Animali domestici realizzati con l’IA su Snapchat? Buona parte dell’utenza ha bocciato l’idea

In realtà, però, in molti criticano questa implementazione. In poche parole, l’introduzione è fine a se stessa e non aggiunge nulla di concreto a Snapchat. E questo comportamento non è una novità per la piattaforma che, rispetto a tante altre aziende, sembra percepire l’IA come un semplice “gioco”.

L’introduzione degli animali domestici IA non sembra essere piaciuta a buona parte dell’utenza, che trovano il risultato di questa funzione un po’ inquietante. In alcuni casi, gli iscritti a Snapchat hanno anche optato per rimuovere del tutto My AI dal proprio account. Un’opzione, tra l’altro, disponibile proprio solo per chi possiede un account Snapchat+.

In un contesto dove Meta e altre aziende tecnologiche si impegnano per applicazioni pratiche della nuova tecnologia, Snapchat sembra limitarsi a semplici esercizi di stile, che non vengono visti così di buon occhio dagli iscritti.

Tutto ciò, se abbinato alla vulnerabilità individuata lo scorso mese sulla piattaforma, dimostra come non sia di certo un periodo d’oro per il social network creato da Evan Spiegel, Bobby Murphy e Reggie Brown nel 2011.

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