Smartphone Android riconosce la musica riprodotta dalle auto in transito: è poesia tecnologica

Bop Spotter è un'installazione tecnologica ideata da Riley Walz, che utilizza un vecchio smartphone Android alimentato ad energia solare per riconoscere la musica riprodotta dai veicoli in transito. Grazie a un'API Shazam non documentata, il dispositivo registra frammenti audio, li elabora, e pubblica i risultati online.

Quando la sperimentazione creativa attraverso la tecnologia assume un ruolo centrale, quando i concetti convenzionali sono messi da parte per promuovere un modus operandi più libero e giocoso non possiamo che restare piacevolmente colpiti. Bop Spotter è un progetto quasi folle che guarda proprio in questa direzione. Un maker e sviluppatore indipendente, Riley Walz, ha messo a punto un sistema basato su un vecchio smartphone Android capace di ascoltare e riconoscere, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, la musica riprodotta dalle auto in transito.

Immaginatevi una piccola scatola anonima montata su un palo posto nelle immediate vicinanze di una strada pubblica. Pensate a un dispositivo Android alimentato con una cella solare, capace di collegarsi con una rete WiFi free disponibile nelle vicinanze, inserito all’interno di tale scatola.

Uno smartphone Android riconosce la musica riprodotta su una strada pubblica e la condivide online

Qual è l’applicazione per eccellenza che permette di riconoscere le canzoni riprodotte da una qualsiasi sorgente? Shazam. Certo, non c’è solamente Shazam. Comunque le app che consentono di rispondere alla domanda “Come si chiama questa canzone?” si basano tutte sullo stesso principio.

Quando si utilizza Shazam, l’app registra un breve frammento della canzone che si sta ascoltando, solitamente di pochi secondi. Il frammento è trasformato in un’impronta digitale audio, ovvero una rappresentazione del suono basata su caratteristiche uniche come frequenze presenti e intensità.

L’impronta digitale audio è prodotta analizzando i picchi rilevati, sia nel dominio del tempo che della frequenza. Shazam (e le altre soluzioni similari) utilizza una tecnica chiamata trasformata di Fourier per convertire l’audio in uno spettrogramma, che mostra le frequenze dominanti. Questo spettrogramma è poi trasformato in un insieme di punti chiave che rappresentano i picchi di frequenza. Una volta ottenuta l’impronta digitale, Shazam la confronta con un database di milioni di brani già indicizzati per fornire un responso preciso all’utente.

Utilizzo di un’API Shazam non documentata

Walz racconta di aver appunto installato il suo “riconoscitore di brani musicali” su un palo nella zona del Mission District di San Francisco (USA). Lo smartphone Android è mantenuto costantemente in funzione, grazie all’alimentazione solare, e uno script “ad hoc” provvede a registrare 10 minuti di audio previa attivazione della modalità aereo.

Dopo l’avvenuta registrazione, la modalità aereo viene automaticamente disattivata procedendo con la connessione alla via rete WiFi disponibile nelle vicinanze. In questa fase, il dispositivo Android effettua l’upload dell’audio acquisito e lo invia al server dello sviluppatore. Lo spezzone audio è suddiviso in porzioni della durata di 15 secondi ciascuna, con una breve sovrapposizione dell’una sull’altra.

Il componente lato server passa a Shazam ogni singolo frammento audio di 15 secondi in modo da ottenere il nome della canzone e l’autore corrispondente. Walz precisa che l’API (Application Programming Interface) di Shazam da lui utilizzata per il progetto non è pubblica. È frutto del lavoro di qualcuno che l’ha individuata tra le pieghe di Shazam attraverso un lavoro di reverse engineering per poi condividerla attraverso uno script Python.

Pubblicazione dei dati raccolti su una pagina Web pubblica

Il server allestito da Walz, dopo aver elaborato le informazioni raccolte e interrogato il database di Shazam, pubblica in tempo reale la lista dei brani “intercettati” sulla strada pubblica. Sono insomma i brani musicali provenienti dei veicoli di passaggio.

La pagina di Bop Spotter mostra l’orario di “cattura” di ogni singolo brano musicale riconosciuto e fornisce i link per la riproduzione su Spotify oppure su Apple Music. Da tenere presente che, per questioni di fuso, l’Italia è 9 ore avanti rispetto all’ora di San Francisco.

Walz tiene a rimarcare che la configurazione Android montata su palo utilizza appena il 2% della batteria in notturna, ovvero quando il pannello solare non può funzionare per mancanza dell’irraggiamento solare.

Lo script Tasker che automatizza le operazioni (avvio della registrazione audio, attivazione/disattivazione della modalità aereo, connessione alla WiFi, invio dello spezzone audio acquisito,…) è caricato a ogni avvio.

Da dove arriva l’idea

Consideriamo quella realizzata da Walz come una sorta di “installazione artistica” che sfida in modo leggero convenzioni, disposizioni sulla privacy e persino il diritto d’autore. Ma al contempo è divertente e merita certamente una menzione speciale.

L’autore del progetto spiega che l’ispirazione è arrivata dai microfoni che la polizia installa nelle città del Paese per rilevare situazioni di pericolo. Basti cercare “Shot Spotter” su Google per capire di che cosa stiamo parlando.

Con Bob Spotter si vuole piuttosto dimostrare che l’idea di fissità funzionale (ossia l’idea che un oggetto possa avere solo un uso definito) dovrebbe essere estranea, a maggior ragione, a chi si occupa di tecnologia e innovazione a ogni livello.

Credit immagine in apertura: iStock.com – Akarapong Chairean

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti