Ancora una volta, massima attenzione ai link che sono contenuti nei messaggi che si ricevono attraverso Skype. La notizia non è ancora molto diffusa nel nostro Paese tanto che, secondo quanto riferiscono i tecnici di Kaspersky, è proprio l’Italia ad essere – almeno per adesso – il principale bersaglio di un’aggressione di stampo venezuelano.
Aprendo un link malevolo, diffuso attraverso il sistema di messaggistica istantanea di Skype, si corre il rischio di rendere la propria macchina praticamente inutilizzabile: l’utilizzo del processore balzerà immediatamente al 100% e resterà costante rendendo quasi impossibile qualunque operazione.
In che cosa sono impegnate le risorse macchina? Nel “mining” di monete BitCoin.
“Bitcoin” è a tutti gli effetti una sorta di “moneta virtuale” che può essere coniata in modo anonimo da parte di chiunque e che può essere sfruttata per effettuare transazioni online. Il sistema su cui si basa “Bitcoin” è stato concepito nel 2008 da Satoshi Nakamoto, sfrutta l’utilizzo di un software opensource e di una rete peer-to-peer.
“Bitcoin” non poggia su un database centralizzato ma su un archivio distribuito tra i vari nodi della rete in cui vengono registrate dinamicamente tutte le transazioni effettuate. L’impiego di un algoritmo crittografico fa sì che i “bitcoins” possano essere spesi solamente dal legittimo proprietario e che monete già “elargite” a terzi non possano essere in qualche modo recuperate.
“Bitcoin” evita di appoggiarsi a carte di credito ed istituti bancari spazzando via anche inflazione e tasse (chi usa le monete virtuali, dette gettoni, può volontariamente offrirsi di versare un corrispettivo per ciascuna transazione effettuata; in questo modo la velocità di trasferimento crescerà ed un incentivo per tenere attivi i nodi della rete). I detrattori, che la definiscono come “la moneta virtuale più pericolosa”, fanno comunque presente come “Bitcoin” possa essere potenzialmente sfruttato per avviare il commercio di materiale illegale attraverso la Rete. Diametralmente opposta la posizione della Electonic Frontier Foundation (EFF) che considera “Bitcoin” un progetto sottratto all’ingerenza dei governi.
L’attività di generazione di monete BitCoin viene definita “mining” (si pensi ai “minatori d’oro”…) ed è molto pesante da svolgere perché richiede una notevole capacità computazionale (spesso vengono utilizzate batterie di sistemi o comunque i processori che equipaggiano le schede grafiche).
Gli autori del malware che si sta diffondendo attraverso Skype stanno cercando di creare un network di sistemi, quanto più possibile esteso, che permetta di avviare un’attività di mining su scala planetaria. Tale operazione, effettuata all’insaputa degli utenti, contribuirà ad arricchire soltanto gli sviluppatori del malware (battezzato da Kaspersky “Jorik.IRCbot“).
Per Dmitry Bestuzhev, di Kaspersky, il malware starebbe già avviato circa 2.000 volte all’ora con la maggior parte delle vittime che sembrano risiedere in Italia, Russia, Polonia, Costa Rica, Spagna, Germania ed Ucraina.