Un esperto di sicurezza, già noto per aver forzato il sistema di protezione del sistema operativo Mac OS X in modo da consentirne l’installazione anche su piattaforme non-Intel, fa il bis. Preso di mira è questa volta Skype 2.0.
Nei giorni scorsi avevamo riportato come AMD avesse citato in giudizio Skype richiedendo tutti i dettagli tecnici atti a giustificare l’esclusione dei processori AMD dal supporto di funzionalità avanzate. Skype e Intel avevano pubblicizzato sin dalla scorsa estate, migliorie sfruttabili – per motivi tecnici – solo dai possessori di CPU Centrino Duo, sul lato notebook e Pentium D, sul versante desktop.
In particolare, Skype ha dichiarato che sulle nuove CPU Intel sarebbe stato possibile colloquiare via VoIP fino a 10 persone (il limite resta a 5 per i sistemi basati sui processori della “concorrenza”).
Ed oggi arriva una provocazione: Skype 2.0 sarebbe stato “obbligato”, mediante una modifica del codice eseguibile del programma, a funzionare “senza limitazioni” su tutti i processori e quindi a supportare conferenze anche tra dieci utenti.
Si attendono le reazioni delle parti in causa.
Skype 2.0 forzato al supporto di tutti i processori
Un esperto di sicurezza, già noto per aver forzato il sistema di protezione del sistema operativo Mac OS X in modo da consentirne l'installazione anche su piattaforme non-Intel, fa il bis.