Signal offre un'alternativa a Zoom con focus su privacy e sicurezza

Con i call links e altre piccole implementazioni, Signal si propone come un'app ideale per le videoconferenze.
Signal offre un'alternativa a Zoom con focus su privacy e sicurezza

Nella giornata di lunedì, l’app di messaggistica Signal ha annunciato una serie di implementazioni a dir poco interessanti.

Tra di esse spiccano senza ombra di dubbio i call links (ovvero link di chiamata), che permettono al software di entrare di diritto nel contesto delle piattaforme di videoconferenza, sfidando Google Meet e Zoom.

I due servizi appena citati, sebbene possano avvalersi di un notevole vantaggio su Signal, rispetto a quest’ultima app non possono vantare su un ecosistema così focalizzato su privacy e sicurezza. Come propria filosofia, Signal attua diverse strategie per proteggere i dati personali degni utenti.

Come riportato sul blog ufficiale, i call links sono disponibili con l’ultima versione del software, disponibile tanto per mobile (Android e iOS) quanto in ambiente desktop.

Come specificato sul blog della piattaforma, gli utenti possono condividere un link per avviare una chiamata con chiunque. Al ricevente basta il tocco sul display dello smartphone o il clic da un computer per unirsi alla chiamata, sia essa singola o di gruppo.

Proprio nel contesto delle videochiamate di gruppo, Signal ha introdotto anche alcune funzioni già presenti da tempo nelle app concorrenti, come emoji, un pulsante per alzare la mano e richiedere l’attenzione e altre piccole aggiunte che vanno a migliorare l’esperienza utente nel suo complesso.

Signal ha introdotto le chiamate vocali private con crittografia end-to-end nell’ormai lontano 2014 e, proprio l’utilizzo di questa tecnologia, rende l’app ideale per effettuare videoconferenze con un livello di sicurezza difficili da raggiungere per i competitor.

Nonostante le ottime premesse, l’app è stata anche al centro di diverse polemiche nel corso degli ultimi anni. Dai botta e risposta con Pavel Durov, CEO di Telegram, fino al recente caso che ha visto il servizio attingere ai dati dei clienti per addestrare i propri sistemi AI.

Fonte: zdnet.com

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