Hanno sollevato un putiferio le azioni recentemente poste in campo dalla SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) che, secondo quanto emerso, avrebbe inviato, a diversi siti web, la richiesta di regolarizzare la propria posizione versando “un compenso” per l’utilizzo di alcuni brani musicali soggetti al diritto d’autore. La questione riguarda la pubblicazione dei trailer cinematografici ossia dei brevi filmati promozionali che anticipano l’uscita di un film o che comunque ne evidenziano la trama. Siti web che pubblicavano tali spezzoni sono stati chiamati a versare una quota alla SIAE non per il video in sé quanto per le musiche presenti nei trailer.
Come sottolinea l’avvocato Fulvio Sarzana sul suo blog, “poco importa che tali trailer siano caricati sui propri server o che siano embeddati, o che siano anche solo linkati“, la SIAE intende far pagare per la pubblicazione sul web di filmati di presetazione delle pellicole cinematografiche, indipendentemente dal fatto che questi siano ospitati, ad esempio, sui server di YouTube e “rilanciati” utilizzando il codice per ripubblicarli su una pagina esterna (“embedding“).
“SIAE specifica“, scrive l’avvocato Sarzana, “che non basta neanche rimuovere i contenuti trovati in violazione: la licenza andrebbe chiesta prima, quindi chi ha già in passato pubblicato un trailer deve comunque pagare, sul presupposto che in ogni caso l’aumento del traffico che deriverebbe ai siti dal trailer sarebbe economicamente valutabile come presupposto di attività commerciale“.
Al di là della singolarità della richiesta, il punto più controverso riguarda proprio tutti quei siti Internet, anche amatoriali, che “linkano” una risorsa “fisicamente” ospitata altrove. YouTube, ovviamente, ha già pagato i diritti per la pubblicazione dei trailer: perché chi vi fa riferimento oppure utilizza la tecnica dell'”embedding” dovrebbe nuovamente versarli?
Il noto legale Sarzana scova anche un altro aspetto degno di essere evidenziato. Nel testo della convenzione stipulata tra la SIAE e le sale cinematografiche si legge che i siti aderenti all’AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo; associazione di categoria dell’esercizio cinematografico) non sarebbero tenuti a pagare i diritti sui trailer nel caso si verifichi, ad esempio, un semplice reindirizzamento ad un sito esterno. “I siti amatoriali debbono pagare la SIAE per i trailer in caso di link a Youtube e i siti delle sale aderenti all’AGIS, no?“, si chiede Sarzana.