Servizi cloud interoperabili a livello europeo: Gaia-X e Structura-X. Cosa sono

I principali fornitori di servizi cloud a livello europeo si accordano per fornire strumenti interoperabili per evitare situazioni di lock-in. Cosa significa.

Con il preciso intento di organizzarsi a livello europeo, una trentina di provider di servizi cloud con sede legale entro i confini dell’Unione Europea hanno deciso di formare un consorzio. Chiamato Gaia-X, il progetto ambisce a riunire i fornitori cloud europei sono un unico cappello proteggendone le attività dalle “ingerenze” dei colossi internazionali con base prevalentemente negli Stati Uniti.

Abbiamo ampiamente parlato dei vari servizi cloud e delle loro principali distinzioni: IaaS (Infrastructure-as-a-Service; infrastruttura cloud resa disponibile come servizio), PaaS (Platforma-as-a-Service; piattaforme software fornite via Internet come servizio) e SaaS (Software-as-a-Service; software erogato come servizio del cloud).

Le aziende si approcciano sempre più spesso all’utilizzo di questo tipo di servizi usando uno schema multi-cloud: le risorse messe a disposizione da diversi public cloud service provider per lo storage dei dati o per l’accesso a strumenti computazionali vengono abbinati all’infrastruttura di private cloud e on-premise.
Capita quindi sempre più di frequente che un’azienda si appoggi a più provider IaaS, PaaS e SaaS a seconda delle specifiche esigenze.

Gli obiettivi consistono nella riduzione dei costi, nel rendere flessibile l’infrastruttura, nel poter rispondere efficacemente agli incidenti (disaster recovery), nel selezionare le piattaforme per evitare il cosiddetto fenomeno del lock-in ossia la dipendenza da un singolo fornitore che rende difficile trasportare altrove i propri dati.

Con Gaia-X si vogliono definire degli standard condivisi tra provider cloud per semplificare la gestione delle configurazioni multi-cloud e facilitare lo scambio dei dati tra una piattaforma e l’altra mettendo al centro da un lato i bisogni dei clienti e dall’altro, allo stesso tempo, facendo fronte comune tra fornitori europei per scalfire lo strapotere dei “soliti nomi”.

Al momento sono 28 le aziende fornitrici di servizi cloud europei che si sono impegnate ad adeguare le rispettive offerte ai requisiti di Gaia-X: dopo Noovle, Atos, Aruba.it, DE-CIX, Deutsche Telekom, Engineering e TOP-IX hanno aderito all’iniziativa altre realtà di 10 Paesi europei: AssoSoftware, City Network, Cloud&Heat, CS Group, CSI, Ebrc, Elmec, Fabasoft, International Data Spaces, Ionos, KPN, Luxinnovation, Mainstream, Next Layer, OpenNebula, OSISM, ThreeFold Tech, Tietoevry, United Group e Vivacom.

Partendo dai principi di Gaia-X tutti i provider citati si sono alleati per formare l’intesa chiamata Lighthouse Structura-X che punta a definire requisiti comuni per la realizzazione di soluzioni infrastrutturali certificate.
Structura-X nasce come progetto paneuropeo per definire gli strumenti che i provider aderenti dovranno usare per assicurare le garanzie richieste in materia di portabilità e interoperabilità.
I vari membri dell'”alleanza europea” mettono in campo i propri servizi infrastrutturali e sono d’accordo nell’utilizzo di una soluzione tecnologica open source per rendere interoperabili i servizi cloud nel rispetto della sicurezza e della privacy.

D’altra parte il tema è caldo perché il tema della sovranità dei dati è sempre più sentito dalle Istituzioni europee tanto che si parla sempre più di iniziative tese a rompere i fili che legano buona parte delle realtà d’impresa come gli stessi cittadini alle società d’Oltreoceano (il progetto DNS4EU, condivisibile o meno, ne è un esempio).

Structura-X punta insomma a definire un nuovo contesto di regole e relazioni che favorisca lo sviluppo di un cloud europeo sovrano capace di competere in modo aperto e trasparente con l’offerta degli “hyperscaler globali”.
L’iniziativa si aggiunge ai progetti simili già avviati nel settore automotive (Catena-X), agricolo (AgriGaia) e finanziario (EuroDat).

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti