Sergey Brin, cofondatore di Google insieme a Larry Page nel 1998, ha rivelato durante l’evento “All-In Summit” tenutosi a Los Angeles l’11 settembre 2024, che lavora nella sua azienda “quasi ogni giorno” e che le recenti innovazioni nel campo dell’intelligenza artificiale lo spingono a rimanere coinvolto in prima linea. Brin, che aveva abbandonato la carica di presidente nel 2019, sembra tornato a pieno ritmo in Google per contribuire allo sviluppo dei nuovi sistemi di intelligenza artificiale. Un’opportunità che l’azienda di Mountain View aveva inizialmente preso sotto gamba, nonostante fosse dei suoi ingegneri l’idea dei Transformer, ma che oggi è determinata a cavalcare come mai fatto prima d’ora.
Gli algoritmi ottimizzati da Google riescono a mettere un freno alla crescente richiesta di potenza computazionale
Brin ha evidenziato come, nonostante la percezione comune secondo cui siano necessarie immense capacità computazionali per potenziare i sistemi di IA, gli algoritmi di Google sono migliorati a tal punto da compensare anche l’aspetto legato alle risorse hardware necessarie. Afferma infatti: “Negli ultimi anni, i progressi negli algoritmi hanno superato la necessità di un notevole aumento della potenza computazionale per addestrare i modelli di IA più recenti“.
Questo ritorno operativo di Brin in Google era stato già anticipato nel 2023, quando si era ipotizzato che sarebbe stato coinvolto nello sviluppo del modello LaMDA (Language Model for Dialogue Applications), la piattaforma di IA conversazionale dell’azienda.
Il ritorno di Brin in Google
Nonostante il suo attuale ruolo in Google non sia chiaramente specificato, la sua presenza continua a sollevare speculazioni sui media, con alcune testate che suggeriscono la possibilità di una sua chiamata a testimoniare nei processi antitrust relativi alla presunta posizione dominante di Google sul mercato.
L’ossessione di Brin per i progressi tecnologici, in particolare sul versante dell’intelligenza artificiale, sembra essere la forza trainante che lo ha spinto a tornare in azienda. Brin ha spiegato che non aveva mai assistito a qualcosa di così entusiasmante come gli attuali sviluppi dell’intelligenza artificiale e non voleva perdere l’opportunità di partecipare a questi cambiamenti cruciali.
Non è tutto rose e fiori
Come dicevamo in anteprima, Google ha dovuto schierare risorse non indifferenti per recuperare il gap maturato nei confronti di OpenAI e di altre realtà concorrenti.
A maggio 2024, l’ex dipendente di Google Scott Jenson aveva sollevato preoccupazioni riguardo all’attività della divisione IA dell’azienda, arrivando a sostenere che opererebbe sotto un’eccessiva pressione. Jenson, ex senior UX designer, ha affermato che “l’urgenza” guida i progetti di IA Google e deriva dalla paura di rimanere indietro rispetto ai diretti rivali.
L’immagine di apertura ritrae due giovanissimi Larry Page e Sergey Brin nel garage dove Google è nata (credit: Google)