Correva il 21 marzo 2006 quando un utente di Twitter lanciò in Rete il suo primo “cinguettio”. Si trattava di Jack Dorsey, il fondatore dell’oggi popolarissimo servizio di “microblogging” che ha fatto dell’utilizzo di messaggi brevi, simil-SMS, il suo strumento di successo. Eccolo lo storico tweet che Dorsey pubblicò sei anni fa: “just setting up my twttr” (tradotto, “sto solo impostando il mio Twitter“).
L’idea di Dorsey, seppur di una semplicità disarmante, ha rapidamente conquistato gli internauti tanto che dopo tre anni, due mesi ed un giorno di attività, Twitter è potuto arrivare al traguardo del primo miliardo di “cinguettii” pubblicati sul social network. Lo stesso Massachusetts Institute of Technology (MIT), per tramite della rivista “Technology Review“, nel 2008 ha inserito il nome dello statunitense Dorsey tra i primi 35 più importanti innovatori a livello planetario di età inferiore ai 35 anni (ved., a tal proposito, questa pagina).
Oggi Dorsey, originario di St. Louis (stato del Missouri), è ancora nella fila di Twitter rivestendo il ruolo di presidente esecutivo. La sua creatura, lanciata probabilmente più come esperimento che per reale convinzione, conta qualcosa come 500 milioni di utenti. Seppur si tratti di un valore stimato, non dovrebbe discostarsi di molto dal valore reale. L’ultima volta che i vertici di Twitter si sono espressi sul numero di iscritti al servizio è stato ad aprile 2011 quando riferirono di 200 milioni di persone già registrate al social network.
Il sito di “microblogging” è cresciuto in modo esponenziale nel corso degli ultimi anni tanto da divenire un ottimo punto di contatto tra gli utenti, anche totalmente sconosciuti tra loro, che possono partecipare a qualunque genere di discussione attivando un numero virtualmente illimitato di “canali” e con la possibilità di interagire, potenzialmente, con qualunque individuo, sia esso un utente comune o una personalità nota.
Twitter, dopo il lungo periodo iniziale durante il quale la piattaforma lavorava più in perdita che raccogliendo profitti, sta iniziando a monetizzare la sua sconfinata popolarità. Secondo le valutazioni di eMarketer, gli introiti del social network sarebbero destinati a triplicarsi da qui al 2014 passando dal valore odierno (stimato in 260 milioni di dollari annui) a 540 milioni di dollari. A distanza di sei anni dalla sua nascita, gli elevatissimi costi di esercizio (gli impiegati hanno raggiunto il numero di 900 dai 400 dello scorso anno), comunque, suggeriscono come la società sia ancora abbondantemente in perdita.