Un’analisi approfondita, effettuata prendendo in considerazione centinaia di milioni di dispositivi mobile, ha rivelato che iOS è più vulnerabile agli attacchi rispetto ad Android.
Ciò va in netto contrasto con l’opinione comune che vede i prodotti Apple come molto più sicuri rispetto alla concorrenza. Stando a un rapporto pubblicato dal sito PhoneArena, il 19% dei dispositivi iOS aziendali ha subito almeno un attacco di phishing nel periodo preso in considerazione, rispetto al 10,9% dei telefoni Android. Di fatto, si parla praticamente del doppio di casi.
Quando si parla di phishing si parla ancora di campagne via e-mail classiche, anche se il trend sembra essere cambiato negli ultimi mesi. Con l’accesso a modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM), i cybercriminali possono aumentare significativamente l’efficacia dei loro attacchi, a prescindere dalle piattaforme prese di mira.
iOS nel mirino dei cybercriminali: ecco perché
Sebbene Apple resti un ecosistema chiuso, a quanto pare i dispositivi prodotti dal colosso di Cupertino sono in un momento di difficoltà.
I recenti cambiamenti normativi nell’Unione Europea hanno permesso il sideloading di app e l’uso di alternative di terze parti. Una situazione che, secondo Apple, espone i propri clienti a rischi maggiori. Il recente aggiornamento iOS 18.2, rilasciato con iPhone 16, ha introdotto nuove funzionalità legate all’AI, ma tutto ciò non ha per forza migliorato la protezione contro gli attacchi informatici.
D’altro canto, gli attacchi indirizzati proprio verso gli utenti iOS sono ormai una costante. Basti pensare a quanto accaduto una decina di mesi fa, quando è stato individuato un trojan in grado di rubare i dati del riconoscimento facciale ai possessori di iPhone. Un caso tutt’altro che isolato, con attacchi mirati al sistema operativo di Apple che sono ormai diventati relativamente comuni.
Se è vero che iPhone 16 rimane uno dei migliori telefoni disponibili sul mercato, la crescente incidenza di attacchi phishing su iOS mette in evidenza la necessità per gli utenti di adottare misure preventive per proteggere i propri dati, percependo come il pericolo sia ormai concreto e reale.