In un processo dell’antitrust americano conclusosi giusto qualche ora fa, Google ha subito una sonora sconfitta che potrebbe influire sul futuro del colosso tecnologico.
Il giudice distrettuale Amit Mehta, con la sua sentenza, ha appoggiato di fatto quanto sostenuto dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, confermando come Big G sia una compagnia monopolista e come abbia agito come tale al fine di mantenere la sua posizione di controllo sul mercato.
Metha ha deciso come le prove, sebbene poche, fossero abbastanza evidenti per condannare l’azienda. In particolare è stato valutato come Google non sembri preoccuparsi di conseguenze legate alle modifiche del suo sistema di ricerca, ben consapevole di mantenere comunque intatta la sua base di utenza.
Per Metha, l’indifferenza della compagnia su tale aspetto non è sorprendente, visto che Google può anche andare a “degradare” il proprio prodotto senza temere che altri motori di ricerca vadano a sottrargli importanti fette di mercato.
Accusa di monopolio a Google: ecco come risponde la compagnia
Sebbene il processo sia avvenuto negli Stati Uniti, questo potrebbe avere grandi risvolti in tutto il mondo. Per Google, infatti, si tratta di una sconfitta cocente, anche se non sembra che l’azienda sia intenzionata ad arrendersi così facilmente. Lo stesso presidente degli affari globali, ovvero Kent Walker, ha annunciato che il colosso di Mountain View presenterà ricorso.
Lo stesso, in una lunga dichiarazione, ha sostenuto come Apple e Mozilla abbiano valutato la qualità dei motori di ricerca rivali per poi indicare Google come la migliore soluzione sul mercato. Inoltre, secondo Walker, la compagnia è sempre in prima linea quando si tratta di innovare.
Non è la prima volta che Google deve fare i conti con i tribunali, uscendone poi con esiti negativi. Lo scorso mese di marzo, per esempio, Big G ha dovuto sborsare 250 milioni di dollari a causa di un problema relativo a Gemini.