Secondo quanto affermato da Elon Musk, la sua startup xAI è desinata a rendere Grok un progetto open source.
Le dichiarazioni sul chatbot in questione sembrano essere collegate alla recente citazione in giudizio di OpenAI da parte dell’imprenditore di origini sudafricane. In questa occasione, Musk si è lamentato di come la compagnia diretta da Sam Altman abbia preso le distanze dalle sue radici open source.
Va ricordato come l’imprenditore abbia partecipato alla fondazione di OpenAI, supportando un progetto che avrebbe dovuto essere disponibile liberamente al pubblico e che, invece, oggi è diventato di fatto closed-source.
Grok, in tal senso, sembra voler prendere la via opposta. xAI, di fatto, in questo modo si unisce alla folta schiera di aziende del settore, tra cui figura Mistral così come Meta, che hanno reso pubblici i codici dei loro chatbot.
Grok sarà open source, seguendo l’esempio dei brevetti Tesla
La mossa di Elon Musk non è di certo una novità, visto che lo stesso è uno dei più fervidi sostenitori della filosofia open source.
In questo senso, per esempio, molti dei brevetti di Tesla rientrano in questa filosofia. Musk, nel corso del 2014, ha infatti affermato come “Tesla non avvierà azioni legali sui brevetti contro chiunque, in buona fede, voglia utilizzare la nostra tecnologia“.
Grok è un sistema basato su un Large Language Model (LLM) e viene pubblicizzato come uno strumento con accesso diretto a X. Negli scorsi mesi, il chatbot è stato accusato di ispirarsi “un po’ troppo” alle risposte fornite dal suo diretto concorrente, ovvero il già citato ChatGPT.
La piattaforma è stata lanciata da xAI nel corso dello scorso mese di novembre, con una prima fase di test riservata solo ad alcuni utenti X Premium selezionati. Nonostante il chatbot sia apparso più “acerbo” rispetto alla concorrenza, l’ormai imminente lancio di Grok 1.5 dovrebbe ridurre in modo sensibile questo gap.