Ormai di cabine telefoniche in giro se ne vedono davvero poche. Eppure, stando alle indagini svolte dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ve ne sarebbero ancora diverse migliaia.
Essendo venuti meno gli obblighi di mantenere attive tali “postazioni telefoniche pubbliche” (PTP) nell’ambito del cosiddetto “servizio telefonico universale”, AGCOM ha comunicato l’avvio di una consultazione pubblica avente come fine quello di studiare in che modo tali installazioni possano essere fattivamente utilizzate potendo svolgere una funzione di utilità per i cittadini.
Nel 2009, infatti, l’Autorità – su richiesta di TIM – ha autorizzato l’avvio delle attività di dismissione delle cabine telefoniche “sulla spinta dell’effettiva riduzione della domanda e di un’offerta che appariva sovradimensionata se confrontata con quella degli altri Paesi europei“.
AGCOM certifica che dal 2010 al 2017 il numero di chiamate da PTP si è ridotto dell’80%, passando da 96 milioni circa a poco più di 18,6 milioni. Una riduzione pressoché simile (85%) si è registrata nello stesso periodo con riferimento al numero di minuti che sono passati da 128 milioni a 20 milioni circa. Nel complesso, le cabine telefoniche continuano a essere utilizzate prevalentemente per le chiamate a numerazioni di emergenza.
In questi anni TIM ha inoltre ridotto il numero dei PTP stradali da 43.000 a 19.000 circa.
L’Autorità propone a questo punto di non dismettere completamente gli storici PTP ma di farli evolvere: sulla scorta di quanto proposto da TIM stessa, AGCOM fa riferimento all’eventualità di installare – al posto delle cabine telefoniche oggi rimaste – degli access point WiFi e di strumenti integrabili con i progetti di Smart City.
Si parla quindi di postazioni nuove che consentono di abilitare la navigazione online per i cittadini interessati, ricaricare le batterie di smartphone, cellulari e altri dispositivi grazie alla presenza di prese elettriche, chiamare rapidamente un numero di emergenza premendo il tasto “SOS”.
TIM sta già utilizzando alcuni PTP come luoghi per l’installazione di antenne LTE per la telefonia mobile; le stesse cabine, quindi, potrebbero essere sfruttate per porre in essere il cosiddetto mobile data offloading ossia per veicolare via WiFi comunicazioni originariamente dirette su rete mobile per sgravare queste ultime e migliorare le prestazioni.
AGCOM ipotizza che alcune postazioni di telefonia pubblica potrebbero essere utilizzate dal fornitore del servizio universale per offrire alla popolazione residente nelle aree ad esse adiacenti un servizio di accesso a Internet alternativo o complementare a quello
disponibile su rete fissa. “Il tutto con effetti positivi in termini di contribuzione all’assolvimento degli obblighi di servizio universale che deriveranno a seguito dell’adozione del codice europeo delle comunicazioni elettroniche e che vede il servizio universale circoscritto “ai servizi disponibili di accesso funzionale a Internet e di comunicazione vocale”“, si osserva ancora dall’Autorità.
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