Seagate scommette sui processori RISC-V e presenta i primi due modelli

Progettati per migliorare le performance e le abilità computazionali in parallelo delle moderne unità per lo storage dei dati, sia hard disk che SSD. I nuovi processori RISC-V di Seagate si preannunciano adatti anche per altre tipologie di elaborazioni.

I produttori hardware guardano continuamente a nuove soluzioni che possano da un lato introdurre benefici in termini prestazionali e dall’altro risultare più economiche da produrre e da acquistare per gli utenti finali.

Seagate ha annunciato di aver realizzato due suoi processori RISC-V che possono assolvere svariati compiti.
Di RISC-V e delle nuove opportunità che apre abbiamo parlato nell’articolo Cos’è RISC-V e perché tutti ne parlano.

Finora Seagate si è sempre appoggiata all’architettura ARM per i suoi chip ma da alcuni anni stava lavorando anche sullo sviluppo dei processori RISC-V appena svelati: il primo è stato progettato per garantire prestazioni elevate mentre l’altro con il preciso obiettivo di occupare poco spazio.
Entrambi dovrebbero includere una serie di caratteristiche sul versante della sicurezza proprie dell’architettura RISC-V e sono “drive-agnostici“: ciò significa che possono essere utilizzati sia con le unità SSD che con gli hard disk.

Secondo quanto rivelato dai portavoce di Seagate, almeno uno dei due processori – considerate le sue performance – supererebbe abbondantemente le prestazioni dei chip utilizzati oggi. Adoperato come controller per gli hard disk, il processore RISC-V aiuterebbe a posizione con precisione maniacale le testine implementando algoritmi avanzati per gestirne i movimenti.

Riferendosi alle capacità di calcolo dei suoi processori, Seagate ha affermato che i chip RISC-V messi a punto accelereranno anche le attività di analisi in tempo reale nei data center come in ambito edge.
In altre parole, i processori Seagate RISC-V non hanno solo lo scopo di stabilizzare i motori delle unità di memorizzazione o di eseguire il wear-leveling sugli SSD (tecnologia usata per assicurarsi che ogni cella della memoria flash sia utilizzata nella stessa misura): essi potranno essere usati per svolgere attività di elaborazione aggiuntive.

John Morris, CTO di Seagate, ha fatto presente che i processori RISC-V faranno la parte del leone in importanti campi applicativi come la ricerca scientifica e il machine learning.

Seagate siede insieme con tanti altri grandi nomi in RISC-V International. Tra i tanti ricordiamo Google, Alibaba, Huawei, IBM, Western Digital e Microchip. Trattandosi di un’ISA (Instruction Set Architecture) che nasce come prodotto opensource e royalty-free (diversamente ad esempio dal design ARM che è utilizzabile previa acquisizione delle licenze a pagamento), spetta alle singole aziende progettare e realizzare i processori veri e propri.

E se la mossa di Apple che è passata a un SoC personalizzato prodotto a partire dal design ARM anche per i suoi nuovi Mac ha fatto tanto scalpore (ma ha convinto i più: Apple Silicon: perché il nuovo chip M1 è così veloce?), in futuro le soluzioni RISC-V potrebbero essere incoronate come acerrime rivali dei SoC ARM.
È di qualche giorno fa la presentazione di un prototipo di processore RISC-V a 64 bit in grado di funzionare a 5 GHz e 1,1V ottenendo 13.000 punti nel test CoreMark: Ex manager Apple invita Microsoft a investire di più sui SoC ARM. Sullo sfondo c’è RISC-V.

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