Immuni, l’app che ha come obiettivo quello di contribuire a monitorare e contenere la diffusione delle infezioni da Coronavirus è stata scaricata e installata su un numero di smartphone pari a meno del 10% della popolazione italiana.
Nell’articolo Come funziona Immuni e qual è il comportamento delle app anti Coronavirus ne abbiamo delineato il funzionamento spiegando anche come Immuni, così come le altre app autorizzate negli altri Paesi, sia in grado di interagire con le API di Google e Apple integrate a livello di sistema operativo.
Tali API consentono alle applicazioni anti-Coronavirus di utilizzare il modulo Bluetooth Low Energy (BLE). Sui dispositivi di ciascun utente che ha installato Immuni vengono generati dei codici pseudocasuali reciprocamente scambiati via Bluetooth.
Nel momento in cui dovesse verificarsi un’infezione da Coronavirus accertata dai medici e in generale dalle autorità sanitarie, i codici via a via generati sullo smartphone dell’utente risultato positivo vengono caricati sui server del Ministero usando la funzione Impostazioni, Segnala positività.
I codici in sé non permettono di risalire all’identità del cittadino e consentono semplicemente di stabilire che due dispositivi sono venuti in contatto in un certo momento (viene annotata data e ora in cui ciò è accaduto).
Nessun’altra informazione viene trasferita da un telefono all’altro né, tanto meno, con server remoti.
L’app Immuni verifica periodicamente se i codici pseudocasuali ricevuti dagli altri cittadini via Bluetooth siano pubblicati sui server del Ministero ricevendo l’eventuale conferma di un contatto con un soggetto positivo.
Se Immuni non funziona: come risalire al problema sui dispositivi Android
Portandosi nelle impostazioni di Android, toccando Google quindi Notifiche di esposizione al COVID-19, la corrispondente impostazione dovrà essere su On (si riceverà un avviso nel momento in cui si dovesse disattivare la funzionalità Bluetooth).
All’interno di tale sezione, si dovrà leggere Immuni (a conferma che le API di Google sono correttamente utilizzate dall’app) e poco più sotto selezionare Controlli esposizione.
Nella lista dei Controlli esposizione è bene controllare che lo smartphone abbia inviato richieste verso i server ministeriali per accertare eventuali contatti con soggetti rivelatisi infetti almeno una volta al giorno.
Se ciò non avvenisse e gli ultimi controlli dovessero risalire a diversi giorni indietro, è bene tenere presente che il mancato funzionamento di Immuni può dipendere dalle impostazioni per il risparmio energetico.
Il firmware originale di molti produttori preinstallato sugli smartphone usa una serie di tattiche per ridurre ai minimi termini l’impatto sull’autonomia della batteria.
Dal momento che Immuni deve necessariamente effettuare i controlli mentre è in esecuzione in background su terminali come quelli commercializzati da Xiaomi e Huawei potrebbero verificarsi dei problemi e, in particolare, l’app potrebbe non essere in grado di effettuare alcun controllo periodico.
Per risolvere il problema è sufficiente portarsi nelle impostazioni di Android e digitare Batteria nella casella di ricerca. Selezionando Risparmio energetico app e cercando Immuni, bisognerà spuntare l’opzione Nessuna restrizione.
La procedura potrebbe risultare leggermente differente a seconda della personalizzazione di Android utilizzata dai singoli produttori e dal modello del telefono ma la corretta configurazione delle opzioni per il risparmio energetico è di solito risolutiva.
Dalla lista delle app in esecuzione su Android è inoltre bene tenere premuto sulla schermata corrispondente a Immuni quindi toccare il pulsante raffigurante un piccolo lucchetto così da mantenere l’applicazione sempre in memoria ed evitarne la chiusura automatica.
È inoltre bene verificare che sul telefono non siano presenti task killer che chiudono l’app Immuni e le altre applicazioni Android in maniera automatica.