Mentre Blackberry cerca di tranquillizzare i suoi utenti (BlackBerry: nonostante il momento difficile “siamo in salute”) gettandosi anche nell’agone delle applicazioni per la messaggistica istantanea (è di ieri il lancio della versione definitiva di BlackBerry Messenger (BBM), client che vuol fare concorrenza ai nomi noti quali Whatsapp, Viber, WeChat e Line…), un nuovo pretendente sembra farsi avanti per acquistare la società.
Nelle scorse settimane si è parlato di una possibile acquisizione di BlackBerry da parte di un consorzio guidato dai suoi principali investitori e del manifestato interesse di Cisco, Google e SAP. Più di recente i cofondatori di RIM (Research In Motion, diventata poi BlackBerry), Mike Lazaridis e Douglas Fregin, hanno dichiarato di essere intenzionati a “riappropriarsi” dell’azienda.
Nuove indiscrezioni vogliono John Sculley, ex CEO di Apple, determinato ad acquistare BlackBerry. Sculley fu CEO della Mela dal 1985 al 1993 portando il consiglio di amministrazione dell’azienda ad esautorare Steve Jobs (che poi riprese le redini di Apple nel 1997 risollevando le sorti della società, allora in profonda crisi).
In un’intervista, Sculley avrebbe dichiarato di vedere in BlackBerry una realtà di grande valore e che “senza persone dotate di esperienza e senza un reale piano strategico” il futuro potrebbe essere tutt’altro che roseo.
Per il momento, BlackBerry ha voluto far risuonare il suo nome anche sul mercato Android ed Apple iOS. BlackBerry Messenger, infatti, è un prodotto pensato appositamente per funzionare sulle piattaforme mobili della concorrenza. BBM permette di comunicare, condividere messaggi istantanei, immagini e molto altro gratuitamente, in tempo reale.
Il client di messaggistica di BlackBerry informa sempre l’utente quando un messaggio viene letto dal destinatario. Si può sapere, istantaneamente, quindi, se una comunicazione non solo è giunta a destinazione ma anche quando viene effettivamente letta.
Diversamente rispetto ad altri prodotti, BBM richiede che ogni contatto autorizzato ad inviare messaggi sia esplicitamente permesso (un approccio differente rispetto a WhatsApp, ad esempio, basato unicamente sul numero di telefono).