Il segreto del successo dei processori Ryzen e Ryzen Threadripper e che essi usano tutti un chip di base chiamato Zeppelin che a sua volta include i vari core realizzati in architettura Zen.
Ciascun chip Zeppelin consta di due unità CCX e ognuna integra quattro core e la relativa logica (come la cache).
In precedenza si è più volte evidenziato come i Threadripper includano quattro Zeppelin ma furono gli stessi tecnici di AMD a chiarire che due die sono di fatto “spenti”.
L’azienda spiegò che utilizzando due die in modo completo piuttosto che quattro in maniera parziale, ha potuto rendere i Threadripper molto più performanti grazie alla minore latenza.
I Threadripper usano lo stesso design delle CPU EPYC destinate al mercato server anche se queste ultime possono sfruttare 32 core fisici.
Il conosciuto overclocker che si fa chiamare Des8auer ha acquistato un Threadripper 1950X e ha estratto i chip che compongono il processore con l’intento di verificarne la struttura.
Si è potuto quindi verificare che i die presenti nei Threadripper sono tutti reali: AMD, però, ha già puntualizzato che quelli inutilizzati sono fisicamente scollegati. Non quindi possibile pensare a una loro eventuale attivazione.
L’overclocker ha quindi contestato la decisione di AMD di usare quattro die definendo come ottusa la scelta della società di Sunnyvale che avrebbe soltanto sprecato una gran quantità di silicio.
L’ipotesi più accreditata è a questo punto quella che i due die addizionali non collegati con il substrato presentino qualche tipo di bug.
Sebbene non sia qualcosa che AMD farà nel breve termine, l’azienda potrebbe comunque progettare e immettere sul mercato chip Threadripper a 24 o 32 core (64 core fisici), con una struttura simile agli EPYC.