Ogni persona usa almeno una decina di batterie l’anno per alimentare torce, telecomandi e tanti altri dispositivi. Ogni giorno qualche device si scarica e ci troviamo costretti ad acquistare nuove pile, magari dimenticandoci quelle vecchie – o il pacchetto di quelle appena comprate – da qualche parte mentre sostituiamo quelle esaurite. In tal caso, come conferma una recente indagine condotta dagli studiosi dell’Università dell’Illinois, può capitare che le batterie diventino oggetti molto pericolosi. Sono tanti, purtroppo, i casi di bambini che ingoiano le pile provocandosi lesioni interne e infezioni allo stomaco.
Presso l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Milano è nata la prima batteria ricaricabile commestibile: la ricerca compiuta dal team di esperti ha infatti portato alla creazione della prima batteria al mondo sicura da ingerire e realizzata interamente con materiali per uso alimentare. Nello specifico, questa soluzione viene realizzata usando la quercetina come catodo (si tratta di un pigmento presente nelle mandorle e nei capperi) e della riboflavina come anodo (ovvero, vitamina B2). Dopodiché, l’alga Nori (il “foglio nero” usato per avvolgere il sushi, per intenderci) funge da separatore e una soluzione acquosa assume il ruolo di elettrolita. Infine, il carbone attivo funge da conduttore e gli elettrodi vengono ricoperti con cera d’api, per essere poi collegati a una lamina d’oro commestibile.
Durante la fase di carica gli elettroni migrano dalla quercetina alla riboflavina, mentre durante l’utilizzo accade il contrario. La capacità non è elevata e, naturalmente, gli scienziati non consigliano di mangiare la batteria di proposito. Lo scopo principale di questo strumento, infatti, è quello di promuovere l’uso di soluzioni di stoccaggio dell’energia più sicure, più sostenibili e prive di tossine.
Ivan K. Ilic, primo autore dello studio, ha dichiarato: “due modi principali in cui una batteria danneggia il tessuto umano quando è all’interno del corpo sono l’elettrolisi dell’acqua e la tossicità dei materiali. (…) Queste batterie non sono in concorrenza con le normali batterie – non alimenteranno le auto elettriche – ma sono pensate per alimentare l’elettronica commestibile e forse alcune altre applicazioni di nicchia; quindi, il loro principale vantaggio è la non tossicità“.
Il team, nel mentre, continua a lavorare sulla creazione di elementi elettronici effettivamente commestibili, compresi i transistor. Al momento non è dato sapere quando potranno essere utilizzati fattivamente e arriveranno sul mercato.
Le immagini pubblicate nell’articolo sono dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT).