Il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto “Decreto Sblocca Italia” contenente una serie di misure per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e la ripresa delle attività produttive.
Analizzando la parte del provvedimento correlata al tema ICT, si apprende come il decreto torni sulle misure a contrasto del digital divide introducendo una sorta di “catasto delle reti“. Si tratta di un database che conterrà le informazioni sulle reti di accesso disponibili lungo tutta la Penisola. L’obiettivo è quello di ottenere un quadro preciso ed aggiornato sullo stato della rete italiana e destinare finanziamenti in infrastrutture da installare nelle aree geografiche ove la banda larga è ancor’oggi una chimera.
Il decreto precisa inoltre che le infrastrutture pubbliche di telecomunicazioni e le opere necessarie per fornire connessioni in banda larga ed ultralarga sono considerate a tutti gli effetti “di urbanizzazione primaria“. In altre parole, con lo “Sblocca Italia” si vogliono rimuovere in un sol colpo tutti gli ostacoli burocratici che sino ad oggi hanno rallentato la posa di nuove infrastrutture per le comunicazioni mobili e da postazione fissa.
A tal proposito, gli operatori di telecomunicazioni potranno dire addio alle vecchie lungaggini: saltando ogni altro passaggio, basterà una comunicazione – da spedire direttamente al Ministero dello Sviluppo Economico – che entro tre giorni dovrà esprimersi sulla fattibilità dell’intervento ed informare contestualmente le competenti amministrazioni locali.
Sulla base delle disposizioni contenute nel decreto, inoltre, il Presidente del Consiglio avrà più ampi poteri in materia di gestione dei fondi europei. L’obiettivo è quello di rendere in breve tempo disponibili le risorse che arrivano dall’Europa superando quegli aspetti burocratici che, storicamente, hanno ostacolato un tempestivo utilizzo dei fondi.
Infine, le imprese che realizzano interventi infrastrutturali su rete fissa e mobile, su impianti wireless, di telecomunicazioni via satellite, sugli impianti che forniscono banda larga ed ultralarga agli utenti, potranno beneficiare di un reddito d’imposta nella misura del 30% del costo di ciascun investimento da “scontare” su IRAP ed IRES dovute.