Samsung rigetta le accuse di obsolescenza programmata che arrivano dall'antitrust italiana

La notizia dell'avvio del procedimento di indagine da parte dell'AGCM italiana si è diffusa anche a livello internazionale. Samsung non vuole essere posta sullo stesso piano di Apple.

Quando da più parti si è cominciato a “censurare” il comportamento di Apple che, come è stato poi confermato, ha distribuito aggiornamenti software che limitavano artificiosamente le prestazioni del processore dei suoi iPhone (Obsolescenza programmata: Apple nella bufera), Samsung – come altri produttori – si è affrettata: “noi non lo facciamo“.

AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha recentemente chiamato in causa anche Samsung contestandole il presunto impiego di pratiche commerciali scorrette: L’antitrust italiana avvia un’indagine a carico di Apple e Samsung.


Samsung ha voluto precisare di non limitare le prestazioni dei suoi dispositivi mobili più vecchi mediante il rilascio di aggiornamenti software e che collaborerà con le autorità italiane per dimostrare il suo corretto comportamento.

L’azienda sudcoreana afferma di non aver mai utilizzato strategie volte a introdurre l’obsolescenza programmata dei suoi dispositivi. Anzi, a Samsung – diciamo noi – viene spesso criticata la tendenza ad abbandonare troppo velocemente i suoi prodotti più datati, non rilasciando più alcun aggiornamento, neppure quelli legati a problematiche di sicurezza.

La notizia dell’indagine aperta da AGCM nei confronti di Samsung si è immediatamente diffusa a livello internazionale. E seppure il provvedimento riguardi al momento solo l’Italia non può certamente essere derubricato: a fine febbraio, infatti, in occasione del Mobile World Congress di Barcellona, Samsung presenterà i nuovi Galaxy S9. Un evento sul quale non può allungarsi l’ombra di un’indagine come quella aperta nel nostro Paese.

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