Samsung, Micron e Hynix e altri produttori di memorie DRAM sono accusati di aver fatto cartello per gonfiare artificiosamente, a loro vantaggio, i prezzi dei chip.
La class action è stata avviata dallo studio legale statunitense Hagens Berman che sostiene come le aziende produttrici abbiano addirittura limitato scientemente la fornitura delle memorie per mantenere i prezzi il più possibile elevati.
I consumatori hanno quindi dovuto pagare di più per l’acquisto di qualunque prodotto basato sull’utilizzo di DRAM, comprese le schede grafiche di ultima generazione.
Hagens Berman osserva che Samsung, Micron e Hynix detengono oggi circa il 96% del mercato DRAM: il loro presunto accordo “dietro le quinte” avrebbe provocato un aumento del prezzo delle DRAM da 4 GB pari al 130% nel periodo compreso tra luglio 2016 e febbraio 2018. Durante lo stesso lasso di tempo, continuano i legali, le tre società hanno fatto registrare un raddoppio dei ricavi.
A fronte di prezzi più elevati per gli utenti finali, i costi di produzione non sarebbero cresciuti di pari passo; anzi, per Hagens Berman sarebbero rimasti costanti. Non ci sarebbero quindi le basi per giustificare l’andamento dei prezzi, soprattutto perché nessun adeguamento tecnologico può determinare simili performance.
La vertenza legale avviata da Hagens Berman è indubbiamente molto interessante perché il numero di dispositivi che fanno uso di DRAM è sconfinato: Oltreoceano chiunque abbia acquistato un nuovo smartphone, tablet, PC o convertibile negli ultimi due anni può di fatto partecipare in prima persona alla class action.