Finora abbiamo parlato di modelli generativi e delle applicazioni di intelligenza artificiale utili per migliorare i processi decisionali in azienda. Il prossimo passo, almeno secondo i vertici di diverse aziende tecnologiche, è arrivare alla progettazione e realizzazione di robot umanoidi basati sull’IA.
La nuova startup Figure AI ha attirato un notevole interesse, catalizzando gli investimenti di aziende importanti. Microsoft ha elargito 95 milioni di dollari mentre NVidia, insieme con un fondo affiliato ad Amazon, hanno scommesso 50 milioni di dollari ciascuna. Jeff Bezos, fondatore, proprietario e presidente del gruppo Amazon, si è impegnato a stanziare 100 milioni di dollari.
Della partita sono anche Intel, che porta nelle casse di Figure AI 25 milioni di dollari, e LG Innotek, che contribuisce con 8,5 milioni di dollari. Anche Samsung partecipa impegnandosi per 5 milioni di dollari, esattamente come OpenAI. Anzi, la società guidata da Sam Altman aveva addirittura precedentemente valutato l’acquisizione di tutti gli asset di Figure AI.
Cosa fa Figure AI e quali sono i suoi obiettivi
Nel panorama dell’innovazione tecnologica, Figure AI si prefigge di estendere la abilità umane attraverso l’uso avanzato dell’IA. Fondata da Brett Adcock, imprenditore con un solido background nel costruire aziende tecnologiche di successo, Figure AI si pone l’ambizioso obiettivo sviluppare umanoidi per un utilizzo generale.
L’obiettivo è che questi robot governati dall’IA possano avere un impatto positivo sull’umanità, creando una vita migliore per le generazioni future. La visione di Adcock è quella di eliminare la necessità di far compiere all’uomo lavori pericolosi o indesiderati.
Gli ideatori di Figure AI osservano che il mondo è carente di manodopera: mai prima d’ora si era registrata, a livello globale, una tale penuria di lavoratori. L’automazione diventa così una necessità per garantire la continuità della crescita economica.
Ecco quindi che siamo agli albori di un’era in cui robot in grado di apprendere, anche dai propri errori, svolgere attività di inferenza, interagire con l’ambiente circostante, potrebbero risultare utili in molteplici settori.
Le opportunità di impiego dei robot umanoidi, stando a quanto affermano i portavoce di Figure AI, vanno dal lavoro in azienda, all’assistenza domiciliare, alla cura degli anziani, fino all’esplorazione spaziale per costruire nuovi mondi. Ci stiamo spingendo un po’ troppo in là? Forse.
Figure 01: il primo umanoide che svolge compiti utilizzando l’intelligenza artificiale
Dicevamo che i modelli prevalentemente utilizzati fino ad oggi sono di tipo stocastico, quindi si basano su un’ampia e attenta fase di addestramento iniziale che comunque porta alla generazione di risultati variabili. In un altro articolo snoccioliamo le differenze tra approccio stocastico e deterministico.
Eppure, la sfida di Figure AI è quella di progettare umanoidi completamente elettromeccanici che siano in possesso degli elementi per eseguire senza errori i compiti quotidiani.
Il primo robot di Figure AI si chiama Figure 01 ed è già visibile sul sito ufficiale del progetto. La società spiega che la scelta della forma umana per il robot deriva dal fatto che “il nostro mondo” è a misura d’uomo. Le mani permettono di aprire porte e utilizzare utensili; braccia e gambe consentono di muoversi efficientemente, salire scale, sollevare pesi e altro ancora.
L’utilizzo della forma umano per Figure 01 consente di offrire uno strumento versatile in settori chiave come la produzione, la logistica, la gestione del magazzino e il commercio al dettaglio.
Figure 01 è alto circa 170 centimetri, pesa 60 kg, può sollevare carichi fino a 20 kg, si muove a una velocità di 1,2 m/s e ha un’autonoma di funzionamento pari a pari 5 ore.
Scontato quindi l’interesse di Amazon, ad esempio, che potrebbe usare gli umanoidi nei propri magazzini per velocizzare la gestione degli ordini e il recupero dei prodotti da spedire ai clienti.
Non è un prototipo ma un progetto destinato ad arrivare presto sul mercato
Secondo Figure AI, l’azienda si troverebbe già nelle condizioni per ridurre al minimo il costo unitario degli umanoidi. Attraverso una produzione ad alto volume, l’azienda mira a sviluppare un’economia di scala sostenibile. La progettazione permetterebbe inoltre di interagire in modo sicuro con gli esseri umani sui luoghi di lavoro, rispettando gli standard dell’industria.
Il piano della società si articola in tre fasi chiave: costruire un umanoide elettromeccanico completo, permettergli di eseguire manipolazioni simili a quelle umane e integrare gli umanoidi nella forza lavoro. “Figure AI vede un enorme potenziale per cambiare il corso della storia e migliorare significativamente milioni di vite“, si legge nella presentazione del progetto.
Sullo sfondo si stagliano problematiche tutt’altro che irrilevanti
Il futuro utilizzo di robot umanoidi, come Figure 01, solleva una serie di problemi etici che devono essere attentamente considerati e affrontati. Innanzi tutto, l’uso dell’automazione intensiva, specialmente nei settori che Figure AI mira a rivoluzionare, potrebbe portare alla sostituzione di lavoratori umani con umanoidi.
Con l’obiettivo di tagliare sui costi della mano d’opera, tante aziende potrebbero valutare l’uso di umanoidi invece che personale in carne ed ossa. L’utilizzo di questi robot, quindi, potrebbe spingersi ben oltre l’adozione per lo svolgimento di lavori potenzialmente pericolosi o particolarmente gravosi.
Gli umanoidi possono essere dotati di strumenti di raccolta, registrazione e analisi dei dati. Un aspetto, questo, che solleva preoccupazioni sulla sicurezza e sulla privacy delle informazioni. Per non parlare del fatto che frequenti interazioni con gli umanoidi potrebbero avere un impatto sulla salute mentale umana e sulla qualità delle relazioni sociali.
C’è poi il tema della responsabilità legale in caso di incidenti o danni provocati dai robot IA-based: la colpa dovrebbe ricadere sul soggetto proprietario dell’umanoide oppure sull’azienda produttrice? E soprattutto, quali sarebbero le discriminanti per definire i vari profili di responsabilità?
Ancora, l’impatto ambientale è tutt’altro che trascurabile: l’individuazione dei materiali per assemblare i robot dovrebbe privilegiare il riutilizzo in modo da promuovere l’economia circolare e spingere l’acceleratore sulla sostenibilità.
Al di là della fattibilità tecnica di un piano come quello descritto da Figure AI, quindi, il legislatore e le Autorità competenti si ritroveranno sul tavolo tutta una serie di questioni davvero spinose da affrontare e soppesare in maniera analitica.