Lo spam SEO, Search Engine Optimization spam, si riferisce a pratiche scorrette e manipolative utilizzate per migliorare artificialmente la visibilità di una pagina Web o di un insieme di esse nei risultati di ricerca (SERP). La pratica, vietata e fortemente contrastata da Google e dagli altri motori di ricerca, ha come obiettivo quello di ottenere artificiosamente un posizionamento più elevato, sopravanzando fonti che invece meriterebbero una maggiore visibilità.
Secondo alcuni osservatori, la SEO aggressiva ha rovinato il Web: il risultato è che oggi sembra più complicato trovare, attraverso l’uso dei motori di ricerca, trovare risposte pertinenti e autorevoli rispetto agli argomenti di proprio interesse. Danny Sullivan, dal 2017 Public Liaison for Search, non è d’accordo e ha strenuamente sottolineato che la SEO “buona”, intesa come l’insieme di pratiche utilizzate per proporre contenuti di valore, non è affatto tramontata. Anzi, la guida introduttiva alla SEO realizzata e aggiornata da Google sottolinea quelle che sono le attività virtuose da promuovere su base quotidiana.
Il peggioramento della qualità dei risultati nei motori di ricerca è un dato di fatto, secondo un gruppo di ricercatori
Dopo un anno di analisi condotte sui principali motori di ricerca – Google, Bing e DuckDuckGo – un gruppo di ricercatori tedeschi spiega che non è un’impressione: la qualità dei risultati delle ricerche sarebbe effettivamente peggiorata. Lo studio “A Longitudinal Investigation of SEO Spam in Search Engines” rappresenta la prima revisione sulla qualità dei risultati proposti nelle SERP.
Dopo aver esaminato migliaia di query relative a recensioni di prodotti, il team ha concluso che le pagine meglio posizionate sono mediamente più ottimizzate e mostrano addirittura una qualità del testo inferiore.
I ricercatori hanno anche evidenziato che tutti e tre i motori di ricerca oggetto dell’indagine sarebbero suscettibili di manipolazioni, frutto di campagne di spam su larga scala. Gli sforzi per contrastare tali attività attraverso aggiornamenti algoritmici sembrano avere solo un “effetto positivo temporaneo”.
Dito puntato contro i contenuti di scarsa qualità, creati in serie
Anche se Google ha affermato nel 2022 di ottimizzare i suoi algoritmi di ranking per dare priorità al “contenuto incentrato sulle persone“, i ricercatori sostengono che gli sforzi sembrano essere stati vani: gli esperti SEO e le “fabbriche di spam” hanno semplicemente imparato a eludere le ultime modifiche al sistema. Con l’avvento dell’IA generativa, inoltre, sempre più soggetti sono capaci di generare istantaneamente copie di bassa qualità. Allo stesso tempo, si legge nello studio, “la linea di demarcazione tra contenuti benigni e spam diventa sempre più sfumata; una situazione che peggiorerà sicuramente con la sempre più ampia diffusione dell’IA generativa“.
Janek Bevendorff, docente presso l’Università di Lipsia e autore del documento, ha dichiarato che è difficile dire se ci sia una soluzione utile a contrastare efficacemente la situazione in cui versano oggi le ricerche online.
Secondo Google, lo studio in questione si sarebbe focalizzato solo sui contenuti delle recensioni di prodotti e non rifletterebbe la qualità complessiva e l’utilità della Ricerca per le miliardi di query che l’azienda di Mountain View elabora ogni giorno. Un portavoce Google ha aggiunto che la società ha introdotto specifiche migliorie per contrastare il fenomeno dello spam SEO, tanto che lo stesso studio osserva come il motore di ricerca – nell’ultimo anno – abbia comunque fornito prestazioni migliori rispetto agli altri.