Secondo uno studio portato avanti dall’Università di Lipsia e dall’Università di Bauhaus di Weimar, la ricerca su Google sta rapidamente peggiorando.
I ricercatori coinvolti hanno intervistato un numero elevato di soggetti, domandando se il motore di ricerca in questione (ma anche alcuni concorrenti come Bing e DuckDuckGo) stiano offrendo risultati più scarsi rispetto al passato, ricevendo in gran parte dei casi risposte affermative.
Lo studio è poi proseguito esaminando le query di ricerca, dimostrando come comunque le richieste più semplici vengono ancora trattate adeguatamente dagli algoritmi. Tuttavia, è stato sottolineato come le pagine con un posizionamento più elevato mostrano spesso testo di qualità inferiore, con casi di vero e proprio spam o attività SEO un po’ troppo spinte.
Per chi non lo sapesse, SEO sta per “Search Engine Optimization“, ovvero il processo di ottimizzazione del contenuto di una pagina Web per garantire un posizionamento migliore nei risultati dei motori di ricerca.
Motori di ricerca e ChatGPT: algoritmi che cercano di soddisfare altri algoritmi
Questo processo si è evoluto in modo significativo nel corso degli anni, andando oltre al ripetere ossessivo di una keyword per ottenere una buona posizione. Google lavora instancabilmente per ottimizzare i propri algoritmi di ricerca per combattere lo spam e fornire i migliori risultati agli utenti.
Con il passare degli anni, però, un miglior posizionamento è diventato priorità rispetto al reale contenuto. A rendere molto più grave la situazione, poi, è stata l’entrata in scena di ChatGPT e di altri strumenti basati sull’Intelligenza Artificiale generativa. Negli ultimi mesi, infatti, si è visto un aumento notevole di contenuti di bassa qualità, mirati esclusivamente a soddisfare gli algoritmi di Google e non i visitatori dei siti.
Lo studio tedesco, in tal senso, ha rilevato “Una tendenza verso contenuti semplificati, ripetitivi e potenzialmente generati dall’IA“. Una tendenza, che abbinata a tecniche di SEO spinte, non fa altro che deteriorare i motori di ricerca.
La valanga di contenuti creati con ChatGPT sta letteralmente invadendo i risultati di Google e Bing, con strumenti come il sito Robots.net, appositamente creati per riempire le ricerche con articoli “riempitivi”. Di fatto, i motori di ricerca sono ormai un territorio dove algoritmi creano contenuti che devono piacere ad altri algoritmi, con gli esseri umani che si limitano a un prompt e al più basilare del copia-e-incolla.