Diverse distribuzioni Linux hanno storicamente basato il loro funzionamento su Red Hat Enterprise Linux (RHEL). Di recente, però, un vero e proprio terremoto ha squassato il mondo open source. Red Hat ha reso più difficile l’accesso al codice sorgente della sua distribuzione di punta (RHEL), allontanandosi dalle tradizionali modalità di condivisione che avevano caratterizzato la sua attività nel anni passati.
Per questo motivo, l’11 luglio 2023 SUSE ha annunciato la volontà di realizzare e aggiornare un fork di RHEL. Una grande azienda impegnata nell’open source che crea un progetto derivato a partire dal codice sviluppato da un’altra grande azienda anch’essa attiva nel segmento open source equivale a una dichiarazione di guerra.
Non solo. La novità è che SUSE si allea oggi con Oracle e CIQ (l’entità commerciale dietro Rocky Linux) per formare la Open Enterprise Linux Association (OpenELA), descritta come un “repository comunitario per fonti Linux aziendali“. La missione dichiarata consiste nell’incentivare lo sviluppo di distribuzioni compatibili RHEL fornendo codice sorgente Enterprise Linux aperto e gratuito.
Le scelte di Red Hat su RHEL alla base della nascita di Open Enterprise Linux Association (OpenELA)
Red Hat ha acquisito CentOS nel 2014, dopo non poche turbolenze nella comunità dell’apprezzata distribuzione. Ha inoltre ottenuto la maggioranza nel consiglio di amministrazione di CentOS.
Per molto tempo, CentOS è stata essenzialmente la versione gratuita di RHEL ma alla fine del 2020, Red Hat ha apportato una modifica cruciale su CentOS Linux. Invece di puntare su rilasci minori condivisi con gli utenti su base periodica (coincidevano per lo più con le release di RHEL), Red Hat ha introdotto CentOS Stream, un’anteprima di ciò che sarebbe stato poi integrato in un secondo momento in RHEL. Con quella scelta, CentOS 7 è di fatto diventata l’ultima versione della distribuzione con supporto a lungo termine (termina nel 2024).
La mossa implicava, evidentemente, che CentOS e RHEL non sarebbero stati più compatibili al 100%. La comunità ha criticato la presa di posizione di Red Hat e un certo numero di collaboratori di CentOS ha deciso di abbandonare il progetto per lanciato nuove distribuzioni: Rocky Linux e Alma Linux.
Che c’entra Oracle? L’azienda ha basato a lungo la sua distribuzione Oracle Linux su Red Hat e Oracle Cloud essenzialmente funziona su tale piattaforma. Con OpenELA, si vogliono nuovamente rimettere al centro gli utenti professionali e i contributi degli sviluppatori. Lo slogan che funge da biglietto da visita dell’alleanza tra SUSE, Oracle e CIQ è eloquente: “Nessun abbonamento. Nessuna password. Nessuna barriera. I freeloader sono i benvenuti“. Con il termine freeloader si fa riferimento a un utente che si serve delle risorse senza contribuire: “con OpenELA, CIQ, Oracle e SUSE uniscono le forze con la comunità open source per garantire un futuro stabile e resiliente sia per le comunità a monte che a valle per sfruttare Enterprise Linux”, si legge in una nota ufficiale.
L’intento dell’alleanza OpenELA riassunto sul sito Web del progetto
La missione di OpenELA è ulteriormente evidenziata nel sito ufficiale. “Molte grandi organizzazioni ci hanno contattato per esprimere l’importanza di disporre di codice sorgente gestito dalla comunità per Enterprise Linux: può fungere da punto di partenza per distribuzioni compatibili“, ha affermato Wim Coekaerts, responsabile dello sviluppo di Oracle Linux, Oracle. “OpenELA è la nostra risposta a questa esigenza e rappresenta l’impegno per aiutare la comunità open source a continuare a sviluppare distribuzioni EL compatibili“.
Entro fine anno, OpenELA fornirà le fonti necessarie per assicurare massima compatibilità con RHEL: inizialmente l’attenzione sarà incentrata su EL8, EL9 ma non si esclude EL7.