Rete in fibra ottica Open Fiber sempre più estesa grazie all'accordo con Retelit. Novità anche per gli utenti

Open Fiber annuncia due importanti novità: la prima è un importante accordo con Retelit, che attualmente gestisce una rete in fibra ottica sviluppata su 12.500 chilometri; la seconda è l'adozione della piattaforma Cisco Network Services Orchestrator che avrà ricadute positive anche sugli abbonati.

Open Fiber prosegue con il suo ambizioso progetto che consiste nello sviluppare e nel mettere a disposizione degli operatori di telecomunicazioni, con modalità di commercializzazione all’ingrosso (wholesale), una rete a banda ultralarga alternativa e “a prova di futuro”.

La società equamente compartecipata da Enel e Cassa Depositi e Prestiti ha infatti deciso di investire sulle tecnologie GPON (Gigabit-capable Passive Optical Networks) per la sua rete FTTH (Fiber-to-the-Home): in futuro si potrà quindi superare l’attuale limite di 1 Gbps simmetrico per arrivare a 2,5 Gbps in downstream e 1,25 Gbps in upstream con le successive evoluzioni:

– XG-PON (10 Gbps in downstream/2,5 Gbps in upstream)
– XGS-PON (10 Gbps in downstream/10 Gbps in upstream)
– NG-PON2 (minimo 4×10 Gbps in downstream/2,5 Gbps in upstream)


La rete FTTH di Open Fiber raggiungerà complessivamente 271 località italiane (18 sono già state coperte: Bari, Bologna, Bresso, Buccinasco, Cagliari, Catania, Genova, Milano, Napoli, Opera, Padova, Palermo, Perugia, Rozzano, Sesto San Giovanni, Settimo Torinese, Torino, Venezia) e di recente l’azienda ha presentato la sua dorsale Zion: Open Fiber presenta la sua dorsale Internet ZION: 200 Gbps per canale e oltre.

Adesso, dopo l’accordo essenzialmente commerciale siglato con Vodafone ed esteso a tutte le 271 città oggetto di copertura (Vodafone venderà la connettività Open Fiber in fibra ottica FTTH a 1 Gbps in 271 città) adesso Open Fiber annuncia un accordo più strategico con Retelit.

Retelit dispone infatti di una infrastruttura in fibra ottica che si sviluppa per circa 12.500 chilometri (equivalente di circa 231.000 km di cavi in fibra ottica, di cui 67.000 km situati in MAN) e collega 9 reti metropolitane e 15 data center in tutta Italia.

L’intesa raggiunta prevede Open Fiber offrirà a Retelit – con particolare focus sul segmento Business – l’accesso alla propria rete in fibra FTTH mentre Retelit metterà a disposizione l’utilizzo della sua infrastruttura per consentire a Open Fiber di massimizzare il riuso delle infrastrutture esistenti nella realizzazione della sua rete nazionale (nei cluster A e B, ovvero dove c’è già competizione tra operatori).
L’accordo si riferisce a tutte le 271 città oggetto del piano di sviluppo della rete in fibra ottica di Open Fiber.

Open Fiber sta poi ottimizzando i flussi di lavoro per l’attivazione dei clienti sulla sua rete: servendosi dell’innovativa piattaforma Cisco Network Services Orchestrator (NSO) la società potrà automatizzare e semplificare significativamente le operazioni massive e fornire i servizi di rete wholesale in maniera più rapida e agevole.
Con il sistema NSO è infatti possibile aggiungere, modificare ed eliminare i servizi automaticamente, senza interrompere il servizio complessivo e garantendo attivazioni in tempo reale.

I vantaggi di questo approccio sono notevoli anche per gli utenti finali che potranno eventualmente cambiare il proprio profilo commerciale in modalità automatica e in tempo reale.

I portavoce di Open Fiber sottolineano che l’adozione di NSO rappresenta soltanto l’inizio di un percorso di progressiva automatizzazione, che abbraccerà gradualmente tutti i processi di provisioning e assurance dei servizi innovativi di trasporto richiesti dai nuovi clienti di Open Fiber, tra cui SKY che – com’è noto – nel 2019 lancerà un abbonamento con il normale palinsesto della piattaforma satellitare fruibile in streaming, via Internet: Open Fiber si allea con Sky che nel 2019 potrebbe vendere connettività in fibra.

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