Red Hat ha annunciato di aver dato il via alla fase di beta test dei suoi nuovi prodotti per la virtualizzazione. Presentato a Febbraio, il portafoglio dell’azienda al “cappello rosso” si basa sull’hypervisor KVM (Kernel-based Virtual Machine), fatto proprio dopo l’acquisizione di Qumranet.
La soluzione consiste di un nuovo hypervisor “a sé stante” e di moduli utilizzabili sia in ambito server che client.
Sebbene Red Hat continuerà a supportare le attuali soluzioni basate su Xen, l’intento è quello di indurre i clienti a migrare alla nuova offerta KVM.
KVM ha già debuttato in Fedora, distribuzione che Red Hat utilizza anche come “banco di prova”. La tecnologia KVM è importante perché è già strettamente correlata allo sviluppo del kernel Linux, diversamente rispetto all’hypervisor opensource di Xen. Grazie alla sistemazione di molteplici bug, Red Hat sembra adesso davvero pronta a spingere pesantemente su KVM.