È indubbio che gli occhiali Google Glass siano stati uno dei più grandi fallimenti della storia dell’azienda. Un prodotto caricato di enormi aspettative che però non ha mai raggiunto il mercato di massa. E forse non tanto perché non vi fosse interesse ma perché i Google Glass sono rimasti un dispositivo piuttosto costoso, riservato soltanto al mercato professionale e delle imprese.
In occasione della Google I/O 2022 l’azienda di Mountain View ha confermato che l’idea di realizzare occhiali smart basati sulla realtà aumentata non è tramontata.
I portavoce di Google hanno mostrato un breve video che descrive un prototipo di occhiali in grado di abbattere le barriere linguistiche e consentire la traduzione in tempo reale. In altre parole chi indossa i nuovi occhiali Google può leggere la trascrizione istantanea del parlato tradotta nella propria lingua mentre sta guardando negli occhi il suo interlocutore.
Come si vede nell’immagine, il software degli occhiali Google rileva automaticamente che l’altra persona sta parlando in inglese quindi traduce le sue parole nella lingua conosciuta da chi indossa il dispositivo smart.
Come si vede, almeno allo stato attuale, non si tratta affatto di una nuova versione dei Google Glass. Sembra comunque il risultato della recente acquisizione di North, startup canadese che ha realizzato gli smart glass Focals.
I North Focals hanno un’estetica più elegante e integrano il display in un’unica lente; inoltre, c’è anche la possibilità di visualizzare le notifiche provenienti da un dispositivo collegato, ad esempio lo smartphone.
Sundar Pichai, attuale CEO di Alphabet e Google, ha confermato che gli occhiali appena svelati rappresentano “uno dei primi prototipi”. Come si può notare non includono una fotocamera (come d’altra parte quelli di North), probabilmente per non destare dubbi in materia di privacy.
A questo punto va capito qual è la strada che Google vuole battere: l’azienda vuole provare a limitarsi a proporre un prodotto che copre esigenze specifiche (una sorta di Google Lens sempre attivo) oppure sfruttare tutto il potenziale della tecnologia ARCore per la realtà aumentata. Lo scopriremo prossimamente.