Realizzato il primo magnete 2D, quali sono le implicazioni future

Un gruppo di scienziati del MIT è riuscito nell'intento di realizzare il primo magnete bidimensionale al mondo. Tante le possibili applicazioni nel settore informatico.

Nel 2004 la scoperta del grafene – materiale costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio con la resistenza meccanica del diamante e la flessibilità della plastica – destò grande scalpore.
Anche perché, com’è successivamente emerso, i campi di applicazioni sono pressoché infiniti e il grafene è tra i candidati per la sostituzione del silicio (La legge di Moore è ancora valida? Nature ne celebra la fine).

I ricercatore dell’Università di Washington e del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno adesso compiuto un ulteriori passo avanti.


Sulla rivista Nature è stato infatti pubblicato un articolo che annuncia la realizzazione del primo magnete 2D.

Gli scienziati sono riusciti in un’operazione che fino ad oggi sembra inimmaginabile: realizzare un magnete bidimensionale. Il nuovo materiale appena scoperto – si chiama cromo triioduro – ha delle caratteristiche estremamente interessanti: opportunamente esfoliato (tecnica scotch-tape), permette di realizzare un sottilissimo foglio dello spessore pari a un atomo capace di generare un forte campo magnetico perfettamente perpendicolare al piano del foglio.

La ricerca era stata prima condotta autonomamente dai ricercatori Pablo Jarillo-Herrero e Xiaodong Xu che hanno poi unito le forze per arrivare alle incoraggianti conclusioni oggi rese pubbliche.

I campi applicativi sono vastissimi: il cromo triioduro potrà essere in primis utilizzato dall’industria informatica – in particolare dalle aziende che producono chip e microprocessori – per realizzare componenti ancora più compatti ed efficienti.
Il nuovo materiale potrebbe poi aiutare moltissimi nella realizzazione dei computer quantistici, dei quali abbiamo spesso parlato: Il processore quantistico più potente al mondo è di IBM: che cos’è.

C’è un “piccolo problema”: allo stato attuale il magnete 2D di cromo triioduro deve essere mantenuto a una temperatura di -228 °C per poter “funzionare”. La sfida è trovare, a questo punto, un magnete che possa manifestare le stesse caratteristiche a temperatura ambiente.

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